mercoledì 19 dicembre 2007

Zapatero stuzzica Prodi dopo il sorpasso...OLE'!!

cliccate sulla tabella per visualizzarla a grandezza naturale.


martedì 18 dicembre 2007

A proposito di depressioni, mutui, conti della serva...

dal corriere.it del 18/12/2007:

MUTUI SUBPRIME L'ALLARME DI DE BENEDETTI
Banche Ue esposte per 340 miliardi: «Informazione ricevuta da una fonte di cui non posso fare il nome»
MILANO - «Le banche europee hanno sofferenze non dichiarate sui mutui subprime per 340 miliardi di euro». Lo ha detto Carlo De Benedetti nel corso dell'assemblea di M&C, la società di investimenti di cui l'ingegnere di Ivrea è presidente del consiglio di sorveglianza. De Benedetti ha spiegato di aver ottenuto questa stima da «una fonte autorevole di cui non posso fare il nome per motivi di riservatezza».
DA AGOSTO IL MONDO E' CAMBIATO - De Benedetti ha aggiunto che «il peggio deve ancora venire». Il mondo, ha proseguito, è «cambiato da agosto di quest'anno a oggi, negli ultimi dieci anni c'è stato un eccesso di liquidità, oggi c'è una deflazione creditizia, non ci sono più soldi e la liquidità è un concetto virtuale, quando la macchina non gira, la liquidità si spegne». Secondo De Benedetti «le banche non danno più un euro a nessuno e non se lo prestano tra di loro, perché hanno diffidenza l'una dell'altra non sapendo che cos'hanno realmente in portafoglio». L'ingegnere, inoltre, ritiene che «entro il 31 dicembre non dovremo stupirci se anche solo per un giorno il tasso interbancario sarà del 10%, già oggi è superiore all'Euribor».
I RITARDI DELLE BANCHE CENTRALI - Quanto alla Federale Reserve, alla Bce e alle altre banche centrali, De Benedetti si è detto convinto del fatto che «hanno agito con ritardo, dovevano immettere liquidità sul mercato con maggior rapidità». E che «il problema è stato sottovalutato. In America, secondo De Benedetti, la reale esposizione del sistema bancario è ben superiore ai 30 miliardi indicati dal governatore della Fed, Ban Bernanke: «Possiamo aggiungere uno zero», ha detto. Trecento miliardi, dunque, di sofferenze non dichiarate negli Stati Uniti. Ma per una volta l'Europa non è da meno, visto che il maggior azionista del gruppo L'Espresso ha indicati addirittura in 340 miliardi l'esposizione totale degli istituti del Vecchio continente.

GOD BLESS AMERICA...

venerdì 14 dicembre 2007

Fratelli d'Italia.

Guardo ora le prime pagine del Corriere della Sera, Primo piano, Italia-Usa il caso, tanto per essere precisi.
Il pretesto è la prima pagina del NYT di ieri che, guarda un po', è dedicata al declino dell'Italia "triste" e in rovina, al malessere degli italiani etc. in un ritratto "sconfortante" del nostro paese a cura del corrispondente a Roma Ian Fisher.
Sul sito del NYT sono anche pubblicate delle fotografie che raccontano l'Italia.
E, occupandomi di Immagine ed Immaginazione, va da sé che è là che mi fermo.
Sulle fotografie accompagnate dalle didascalie.
Un prete passa davanti ad un garage coperto di graffiti; la nuova Cinquecento- gli imprenditori chiedono meno burocrazia; Beppe Grillo- il comico che interpreta il malcontento degli italiani;
un clochard davanti all'Ambasciata francese; Bacio a Milano- il 70% dei ragazzi fra i 20 e i 30
anni vive ancora in famiglia.
Ora. io non sono particolarmente "nazionalista" né particolarmente antiamericana.
Ora: tutto vero ma tutto interpretabile come tutto.
Ora: niente di più facile che partecipare a quella tendenza -tutta italiana e da un po' anche americana- di sparare a zero sull'Italia: un ferito che è già a terra.
Però.
Guardo le foto. Leggo le didascalie. Penso agli americani.
I graffiti: ma non sono stati loro a farne una (ri)forma d'arte -escludendo quella preistorica ed
oltre- Keith Haring, Warhol e la Factory? La Cinquecento è stata eletta macchina dell'anno,
pensata in Italia, fabbricata in Italia, riprende la tradizione dell'italian design, però gli imprenditori vogliono più flessibilità.
Beppe Grillo. Ma Michael Moore?
Economia? E lo scandalo degli hedge found? Spazzatura che rischia di produrre effetti mortali in tutti i sistemi economici del mondo.
Clochard e soglia di povertà: veramente vogliamo parlarne? Degli homeless, dei disperati, della
delinquenza e violenza e di come i poliziotti americani la gestiscono per le strade?
Precariato: vero, figuriamoci. Ma nel paese più ricco del mondo non è prevista l'Assistenza medica.
I giovani "bamboccioni" italiani. Vero pure quello, figuriamoci.
Non sono nata a Roma, è la città che mi ospita, -come ospita Ian Fisher- e per una volta voglio rendere onore a quel cinismo romano che tanto piace ai turisti americani, vogliamo parlare veramente di condizione giovanile e compararla tra i due stati? Ok: mortacci loro, c'hanno una strage al mese commessa da studenti nei campus armati fino ai denti dalle multinazionali delle armi.
Per carità, così è facile. Ma così come è molto facile, e di facilissima presa, occuparsi dei problemi
dell'Italia tralasciando sempre, e sottolineo sempre, aspetti non proprio negativi come: il Made in Italy, le sfilate milanesi, il turismo in tutto il Paese, i Musei e il patrimonio artistico, gli architetti,
qualità della vita nei borghi e qualità nel cibo ovunque. Il nostro stramaledetto modello sociale, tanto vituperato, ma ci permette di risollevarci all’ultimo secondo. E un sacco di altre cose che non mi vengono in mente.
E per la vertià mi da un po' fastidio che il presidente Napolitano sia lì e si limiti ad un commento timido e modesto. Per la verità, oggi, mi da più fastidio questa remissività delle verità contenute in quell'inchiesta.
Per la verità, oggi, mi è venuto in mente quel fatto di Craxi, di Sigonella, dei carabinieri
di una sperduta e quasi dimenticata stazione siciliana, profondo Sud, che di fronte ai navy seals – tanto celebrati da Hollywood- per una volta, ebbero il coraggio e la possibilità di dire:
Americans? Stop here, this is Italian territory!!
[A]

venerdì 7 dicembre 2007

CENSIS: LA SVEGLIA DEL MATTINO

La caratteristica fondamentale dei “ritagli umani” senza identità è la dispersione del sé, nello spazio e nel tempo collettivo. Nello spazio, per la vittoria irresistibile dalla soggettività esasperante in ogni comportamento, senza attenzione al momento della relazione e della convivenza. Nel tempo, per il declino irresistibile dell’attenzione su un tema, un problema, un fenomeno (Carlo Emilio Gadda riteneva dispersiva un’attenzione radiofonica di 12 minuti, cosa direbbe oggi che siamo scesi forse intorno ai due?). Con i ritagli non si costruisce un tessuto sociale: così abbiamo, sul piano individuale, bolle di aspirazioni senza scopo e senza mordente e, sul piano sociale, deboli connessioni, smorte forme di aggregazione e inanimati simulacri dei processi di coesione che furono.
41mo RAPPORTO SULLA SOCIETA' - FONDAZIONE CENSIS


Il rapporto del Censis presentato oggi ha stroncato definitivamente la società italiana , ha in alcuni tratti tracciato con schiettezza il male sociale di questa nazione.
Più lo leggo e più ceffoni in faccia mi arrivano.
Sono convinto che tra un po di pagine arriveranno i pugni allo stomaco e i calci in bocca.
La lettura migliore per un bel venerdì di dicembre. E pensare che questa mattina mi ero svegliato pensando ai regali di natale. Vaassapè come arrivo a fine giornata!

[enrico]

SIAMO ARRIVATI AL CAPOLINEA



[enrico]

giovedì 6 dicembre 2007

Lavoro: Infortuni alla Thyssen Krupp di Torino, un operaio morto e sei in fin di vita

L'incidente all'1.30 nella Thyssen Krupp.
Investiti dall'incendio provocato dalla fuoriuscita di olio bollente.
Ricoverati in condizioni disperate.
I sindacati: "Quei lavoratori erano alla linea 5 da 12 ore"

Torino, incendio in acciaieria un operaio morto, sei in fin di vita
Uno degli intossicati: "Ho visto l'inferno. Antonio era avvolto nelle fiamme e gridava: Aiutatemi, muoio"
Due ore di sciopero nazionale dei lavoratori metalmeccanici proclamate venerdì 14
TORINO - Fiamme nell'acciaierie della ThyssenKrupp, a Torino. Un operaio è morto ed altri sei sono in fin di vita. Li ha investiti l'incendio provocato dalla fuoriuscita dell'olio bollente che serve per raffreddare i laminati. Già quattro fa aveva preso fuoco una vasca d'olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. In quell'occasione, però, non vi erano stati feriti. Stamane all'alba, invece, il bilancio è stato ben più drammatico: è morto Antonio Schiavone, 36 anni, di Envie nel Cuneese, sposato e padre di tre figli di 4 e 6 anni, e di un machietto nato appena due mesi fa. Versano in condizioni disperate Bruno Santino e Giuseppe De Masi, entrambi di 26 anni, ricoverati con i corpi quasi completamente coperti da ustioni. Grave anche Angelo Laurino, 34 anni, in rianimazione all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Prognosi riservata per Rocco Marzo, 54 anni, ustionato per l'80% del corpo, e per altri due colleghi tra cui Rosario Rodinò di 26 anni, mentre due lavoratori intervenuti in un soccorso ai compagni feriti, sono stati ustionati, fortunatamente in modo più lieve e lamentano segni di una leggera intossicazione dai fumi. Maurizio Boccuzzi, infine, ha riportato ustioni leggere ad una mano e al volto. "Ho visto l'inferno", ricorda Giovanni Pignalosa, delegato della Fiom, uno degli operai rimasti intossicati dal fumo dell'incendio. "Antonio era avvolto nelle fiamme e gridava: Aiutatemi, muoio. Ma era impossibile avvicinarsi". L'incendio è scoppiato all'una e mezza di notte nella linea 5, adibita al trattamento termico dei prodotti di laminazione. Pare che sia traboccato l'olio bollente usato per temperare i laminati. Gli operai hanno cercato in un primo momento di spegnere le fiamme con estintori e una manichetta dell'acqua. L'acqua però, a contatto con l'idrogeno liquido e l'olio refrigerante, pare abbia provocato una fiammata che ha investito gli operai. Quando sono arrivati i vigili del fuoco con decine di squadre, il reparto era competamente distrutto.
Secondo i sindacati , alcuni dei lavoratori coinvolti nell'incidente, erano al lavoro da 12 ore consecutive: avevano già accumulato 4 ore di strordinario. La ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di concentrare tutta l'attività produttiva nello stabilimento di Terni, ma ancora nello stabilimento in via regina Margherita sono al lavoro circa 200 dipendenti. Proprio in questo periodo la linea 5 aveva avuto un'intensificazione del ritmo di lavoro e l'azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno. Proclamato per venerdì 14 sciopero nazionale di due ore dei lavoratori metalmeccanici per chiedere maggiore prevenzione e sicurezza sul lavoro. Altre otto ore di sciopero sono state invece proclamate da Fim, Fiom e Uilm per la città di Torino e Terni, sede del gruppo metalmeccanico ThyssenKrupp. "Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti. Non basta la compassione, bisogna che si fermino gli incidenti e i morti sul lavoro", ha detto il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo a nome dei tre sindacati. Domani mattina, i rappresentanti sindacali incontreranno i vertici dell'Unione industriale di Torino. "L'incidente è la tragica conferma di un'emergenza sicurezza di cui tutta la società italiana deve farsi carico", ha detto il ministro del Lavoro Cesare Damiano. "Il Governo ha fatto molto ma le norme, i controlli e le sanzioni da soli non bastano. E' necessario che tutti i soggetti coinvolti assumano questo tema come una delle priorità della loro azione politica e sociale". Anche il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha parlato di emergenza: "Il problema della sicurezza sul lavoro, così come autorevolmente affermato dal presidente Napolitano, rappresenta una vera priorità nazionale". Lunedì, in occasione dello sciopero dei metalmeccanici della provincia, la città ha proclamato il lutto cittadino. (6 dicembre 2007) .

mercoledì 5 dicembre 2007

FICTION O REALITY? LA SINISTRA E L'ARCOBALENO

Oggi hanno deciso il nuovo simbolo della cosa rossa.
Dopo aver visto "la tigre e la neve" ieri sera in tv si sono accorti che poteva starci il nome "la sinistra e l'arcobaleno". La fiction diventa realtà.
Ma già dopo un paio di ore iniziava a regnare il malumore:
qualcuno grida "ma dov'è finita la falce con il martello?" (simbolo della sinistra), qualcuno inizia a toccarsi poichè intravede qualche o forse troppa rassomiglianza con il simbolo che accompagno' la gioiosa macchina da guerra occhettiana verso caporetto!
A me personalmente sembra un simbolo fatto con pennarelli ormai consumati....

Da Dire.it
ROMA - Un mare di colori e un doppio nome: la Cosa Rossa va in soffitta e nasce "la Sinistra e l'Arcobaleno". Dopo le divisioni dei giorni scorsi i segretari dei quattro partiti della sinistra stringono l'intesa che dovra' portarli, di qui a qualche giorno, al battesimo della nuova sinistra. A suggellare l'accordo anche il consenso sul nuovo simbolo, che qui anticipiamo.

Al termine di una riunione a Montecitorio durata oltre due ore, Fabio Mussi, Franco Giordano, Oliviero Diliberto e Alfonso Pecoraro Scanio lanciano la federazione dei partiti della Sinistra. Debutto tra le gente sabato e domenica, quando alla Nuova Fiera di Roma si riuniscono gli stati generali, una sorta di Costituente. Debutto ufficiale: alle amministrative di primavera, dove il nuovo soggetto politico potrebbe presentarsi per la prima volta.

"Abbiamo definito unitariamente tutti gli aspetti organizzativi che ci porteranno al grandissimo evento dell'8 dicembre", spiega al termine dell'incontro il segretario del Prc Franco Giordano. Il primo banco di prova sara' la verifica chiesta al presidente del Consiglio per gennaio. "Dobbiamo rialzare la testa", aggiunge Fabio Mussi. "Salari, precarieta', formazione e ricerca: ora sono queste le priorita'". Certo qualche distanza rimane: ieri Bertinotti, intervistato da Repubblica, rivendicava il diritto ad essere opposizione. Oliviero Diliberto non concorda del tutto. "Qualsiasi forza politica nasce con l'ambizione di governare- spiega- puoi fare l'opposizione se perdi ma non se vinci", dice al termine della riunione.

5 dicembre 2007


[enrico]


UE: la Merkel lucida l'argenteria per sedere al tavolo della festa.

Di seguito una riflessione di Federico Niglia sulle nuove strategie globali di Angela Merkel.
Di assoluta rilevanza i temi:
ripresa dell’asse franco - tedesco quale elemento di maggiore integrazione nel settore della politica estera e di sicurezza;
miglioramento delle relazioni con l’alleato americano;
dinamismo su scala globale (rapporti bilaterali) attraverso una riconquista della centralità della Germania in ambito economico;
quadro politico interno costantemente sull’orlo dell’incertezza.
La Weltpolitik di Angela dovrà condurre alla sanzione ufficiale del nuovo ruolo internazionale della Germania: il seggio permanente al Consiglio di Sicurezza.
E’ sinceramente preoccupante (ma tristemente realistico) pensare che i tedeschi vogliano abbandonare il tradizionale rapporto privilegiato tra interesse nazionale ed interesse europeo per ripiegare su politiche da media potenza planetaria.
La prova del nove si avrà quando le intenzioni del partner privilegiato saranno più chiare: tenete d'occhio la Presidenza francese dell'Unione Europea (luglio - dicembre 2008).
Vi sembra un orizzonte temporale troppo lungo per i tempi di un blog? Intanto, date un'occhiata qui:

Salari più alti o sciopero!

I sindacati lanciano un ultimatum e promettono uno sciopero generale a gennaio se non verrà affrontato dal governo il nodo sull'adeguamento dei salari e se le imprese non avranno rinnovato i contratti ancora aperti.
Il colpo è stato battuto e noi di RiGenerazione non possiamo che augurarci che questo adeguamento salariale avvenga il prima possibile perché è orami evidente che sono troppe le famiglie italiane che non ce la fanno più. Si fatica ad arrivare non a fine mese ma alla terza settimana. Chiediamo però ai sindacati di impegnarsi un po' di più sul fronte della precarietà, cercando cioè di elaborare insieme alle imprese un Nuovo Statuto dei Lavoratori che fotografi la situazione di oggi fornendo così più garanzie a chi in questo momento non ne ha affatto.

martedì 4 dicembre 2007

DIRITTO DI PREFERENZA


Nella serrata e vaga discussione sulla riforma della legge elettorale, il ritorno della preferenza è avvolto nel più fitto mistero. L’introduzione delle liste bloccate fu giudicata una vergogna, una degenerazione partitocratrica, un attentato ai diritti politici del cittadino, ma nelle alambiccate ingegnerie di questi giorni di tutta quell’indignazione non c’è traccia.
Infatti se Veltroni sostiene che si ridarà ai cittadini il potere sottrattogli per la scelta dei propri rappresentanti, Ceccanti (su La Stampa di oggi) illustra un progetto che prevede liste bloccate nelle circoscrizioni piccole e alla domanda su come i cittadini potranno scegliere chi eleggere, risponde:” Non certo reintroducendo le preferenze, ma attraverso i collegi uninominali. Le liste saranno un parte minina”: una evidente sfida al principio di non contraddizione! Ma d’altronde un altro consigliere del principe ha sostenuto che quando si lascia agli elettori la possibilità di esprimere la preferenza in Parlamento ci vanno i mafiosi e i corrotti: una ironica battuta o una illuminante rivelazione dell’atteggiamento mentale con cui si guarda alla democrazia? Strano paese il nostro, in cui i Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato devono andare a ritirare il compitino di un segretario di partito che non siede in Parlamento e poi si dice che è solo Berlusconi a non avere rispetto per le istituzioni della Repubblica…

lunedì 3 dicembre 2007

Aids, impegno del governo a garantire l' anonimato per il test

dal sito sdionline.it:"Il governo si impegnera' perche' la legge sia applicata con vigore su tutto il territorio garantendo le condizioni della massima accessibilita', gratuita' e anonimato dei test per l'aids e ha preso impegni anche per favorire una visione non negativa della condizione dei sieropositivi sui quali grava un ingiusto stigma sociale". Lo afferma Franco Grillini, illustrando la risposta dell'esecutivo ad una sua interrogazione urgente nella quale, insieme ai colleghi della Costituente socialista Valdo Spini e Fabio Baratella, ha chiesto al ministro della Salute di intervenire per superare la disparita' tra regione e regione nell'accesso al test diagnostico per il virus hiv. Il 1 dicembre nell'ambito della giornata mondiale contro l'AIDS, la Federazione dei Giovani Socialisti e l'associazione LGBT "Rosa Arcobaleno" organizzeranno una raccolta firme e una distribuzione di preservativi a sostegno della petizione "Cut AIDS Cut VAT on condoms!" lanciata dal gruppo del PSE al Parlamento Europeo, che chiede di ridurre a livello continentale l'imposta Iva sui preservativi per incentivarne il consumo. In occasione della presentazione del romanzo “Questo è il mio corpo” della scrittrice sud-africana Sindiwe Magona, che si è svolta venerdì 30 novembre allo Spazio Qcr di Firenze, Spini, anche Ambasciatore del Partito del Socialismo Europeo per la lotta contro l’Aids, ha ricordato i dati forniti dall’Unaids (Joint United Nations Programme on HIV and AIDS, ovvero l’Istituto dell’organizzazione mondiale della Sanità predisposto a combattere l’Aids). Si calcola che siano oggi 33milioni e 200 mila le persone affette dal virus, 2 milioni e 500 mila quelle che hanno appena contratto il virus e 2 milioni e 100 mila i malati deceduti. Spini ha constatato con soddisfazione come quest’anno si possa finalmente dire che i debiti pregressi dell’Italia verso il Fondo Globale per la lotta all’Aids, la malaria e la tubercolosi siano stati onorati e di questo ha inteso ringraziare il Governo Prodi. L’occasione della giornata mondiale per la lotta contro L’Aids è propizia - ha detto Spini - per ricordare l’impegno preso dallo stesso Presidente del Consiglio Romano Prodi all’ultimo vertice G8 svoltosi in Germania affinché l’Italia stanzi 320 milioni di euro l’anno per il prossimo decennio. Nel contempo va onorato anche l’impegno dell’Onu per elaborare un piano dettagliato di accesso universale delle cure contro l’Aids entro il 2010. Spini ha altresì ricordato che il Partito del Socialismo Europeo ha inteso lanciare una campagna caratterizzata dallo slogan “tagliamo l’Aids, tagliamo l’Iva sul preservativo” in occasione della quale saranno distribuiti gratuitamente, a cura del Pse, dei profilattici per sensibilizzare l’opinione pubblica."Organizzeremo gazebi per la raccolta firme e la distribuzione di preservativi in diverse città italiane", afferma Francesco Mosca segretario nazionale della FGS, per chiedere al parlamento italiano un provvedimento di riduzione dell'IVA sui preservativi e distributori in tutte le scuole superiori italiane.

venerdì 30 novembre 2007

Intervallo...

Per una pausa ri-generante. Vi ricorda qualcosa?
Probabilmente questo ha un contenuto più eccitante

martedì 27 novembre 2007

ANNAPOLIS, AL VIA I NEGOZIATI DI PACE.


Dal corriere.it: Alla fine l'intesa per partire è arrivata. A pochi minuti dall'inizio della conferenza di Annapolis israeliani e palestinesi hanno raggiunto l'accordo su un documento comune che delinea la cornice dei futuri negoziati per la pace in Medio Oriente. Le due parti hanno concordato di avviare «immediatamente» i negoziati per arrivare a un accordo di pace «entro il 2008», quindi entro la fine del mandato di Bush. Lo ha annunciato lo stesso presidente americano aprendo i lavori, dopo il colloquio con il premier israeliano Olmert e il leader dell’Anp Abu Mazen. Il primo incontro si terrà il 12 dicembre quando si riunirà per la prima volta la commissione congiunta israelo-palestinese. Nel quadro degli sforzi per raggiungere l'obiettivo di «due Stati sovrani che vivono in pace l'uno accanto all'altro» i due leader si incontreranno «su base bisettimanale per seguire lo sviluppo dei negoziati».
Abu Mazen: «Il futuro Stato Palestinese dovrà avere Gerusalemme est come capitale» ha ribadito Mahmud Abbas. «Vorrei che ognuno mettesse la sua esperienza per superare le sfide sul cammino della pace. Vogliamo la pace, che è il bene per noi e per voi. Pace e libertà sono un diritto per noi e per voi, guardiamo insieme al futuro con fiducia e speranza in modo che questa terra così sofferta, in modo che la pace non sia così impossibile, se c'è speranza e desiderio noi raggiungeremo questo scopo. Non dobbiamo perdere questa occasione, potrebbe non ripresentarsi, più pensiamo al futuro dei nostri bambini».
Ehud Olmert:«affronteremo tutte le questioni che sono state finora evase, lo faremo direttamente, apertamente e coraggiosamente. Non ho alcun dubbio che la realtà creata nella nostra regione nel 1967 cambierà in modo significativo. Sarà un processo estremamente difficile per molti di noi, ma cionondimeno è inevitabile, lo sappiamo e siamo pronti. E' arrivato il momento di fare la pace».


Al di là di tutto quello che è accaduto in tutti questi anni, delle ragioni negate e dei torti gridati; al di là del fatto che G. W. Bush non potrà mai essere ricordato come un uomo di pace; oltre le sacrosante ragioni di parte, che necessariamente, se si vuole costruire qualcosa, devono essere sostenute con uno spirito capace anche di vederle affermate solo in parte…speriamo, con tutto il cuore e con tutta la ragione, che questa sia la volta buona.

lunedì 26 novembre 2007

IL PARLAMENTO EUROPEO AGLI STATI MEMBRI: ADOTTATE SALARIO MINIMO CONTRO POVERTÀ

Il Parlamento europeo ha adottato, giovedì 15 novembre, ad ampia maggioranza (345 voti contro 2 astensioni), la relazione d'iniziativa presentata da Elizabeth Lynne (ALDE, Regno Unito) intitolata "Bilancio della realtà sociale". Il Parlamento chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di perseguire "un obiettivo ambizioso volto a ridurre la povertà, in particolare tra le persone attive, in Europa".
La Risoluzione rivolge un appello agli Stati membri affinché istituiscano un salario minimo degno "per rendere il lavoro finanziariamente redditizio", combattano la povertà dei bambini e procedano a scambi di buone pratiche in vista d'incoraggiare i giovani a non abbandonare la scuola prima di aver acquisitole competenze necessarie per raggiungere il mercato del lavoro.
Il Parlamento si rallegra inoltre della proposta della Commissione europea di fare del 2010 l'anno europeo della lotta contro la povertà e l'esclusione sociale, e di quella relativa a una direttiva che preveda sanzioni contro i datori di lavoro di paesi terzi in soggiorno irregolare "per evitare lo sfruttamento dei lavoratori più vulnerabili".
"Nessuno emendamento della plenaria è stato portato alla relazione della commissione parlamentare degli Affari sociali e dell'occupazione del PE", ha osservato Elizabeth Lynne, che si è altresì rallegrata della "cooperazione molto stretta su questo dossier" della Commissione europea e dellaPresidenza portoghese dell'UE "che ha fatto della politica sociale una priorità in Europa". "La sfida che dobbiamo raccogliere in Europa, è l'equità, la speranza persa, il fatto di continuare a vivere senza doni, senza elemosina", ha commentato la signora Lynne presentando la sua relazione ai deputati europei.
Una situazione incredibile "mentre siamo nel 2007, celebriamo i 50 anni del Trattato di Roma, i 50 anni di una crescita economica e nonostante questo, oltre 72 milioni di cittadini continuano a vivere nella povertà, e il divario tra ricchi e poveri cresce sempre di più e si estende in molti Stati membri".
Il nostro obiettivo è chiaro: nessuno deve essere dimenticato. La visione dell'Europa, è la libertà per tutti, è offrire a tutti le stesse opportunità di avere un lavoro", ha esclamato Elizabeth Lynne aggiungendo che "l'uguaglianza è complessa e una prevenzione rapida è vitale".
Elizabeth Lynne ha ritenuto inoltre "scandaloso che cinque Stati membri non abbiano un salario minimo e negli altri, è talmente basso che l'8% della popolazione soffre di una povertà legata all'assenza di lavoro!"
Tutto bene, quindi? La risoluzione però, non ha valore legislativo.
Lynne ha concluso dicendo che l'Europa sta perdendo la battaglia contro la povertà e l'esclusione sociale.
Se volete dire la vostra, vi segnaliamo che la Commissione Europea ha aperto una procedura di consultazione che si chiuderà il 15/02/2008.
La Commissione si avvale dello strumento della consultazione pubblica per rivedere le sue proposte (secondo il Diritto Comunitario è alla Commissione che spetta l’iniziativa legislativa).
I contributi verranno tutti pubblicati, a meno che non si sia specificato il contrario.
Per maggiori dettagli collegatevi qui.
Per Vladimir Spidla, che è appunto il Commissario europeo agli Affari sociali e all'Occupazione, serve "la volontà politica di combattere l'esclusione, bisogna trasporre i vari obiettivi sociali nelle legislazioni nazionali appropriate, e se necessario avviare procedure d'infrazione contro gli Stati membri che violano queste legislazioni".
Ha annunciato che la Commissione avrebbe:
1) proposto principi comuni sull'inclusione sociale sotto forma di raccomandazioni della Commissione. Questo è previsto per la seconda metà del 2008;
2) presentato, tra qualche settimana, nuove misure per promuovere l'integrazione delle persone disabili,
3) adottato, prima dell'estate 2008, una proposta volta a colmare il divario attuale in materia di protezione disposto dall'articolo 13 del Trattato (antidiscriminazione).
"La realtà sociale sta evolvendo, cambiando. Sono convinto che il concetto di base, vale a dire l'equilibrio tra l'economia e gli aspetti sociali, ecologici e ambientali, resta primario. Spetta a voi trovare le misure giuste per superare i problemi attuali", ha concluso il Commissario.

Il tutto quando 78 milioni di cittadini comunitari vivono al di sotto della soglia di povertà.

Indennità di disoccupazione per i Precari. La proposta c'è ma i giornali non ne parlano.


In pochi lo sanno ma la proposta di istituire un'indennità di disoccupazione per i precari c'è. L'hanno fatta gli esponenti del Partito socialista guidato da Boselli, Angius ed altri durante la discussione sulla legge finanziaria al Senato. La proposta vincola l'erogazione dell'indennità alla partecipazione a programmi di riqualificazione professionale e reinserimento lavorativo. In soldoni vuol dire che chi percepisce questo assegno dovrà partecipare a corsi professionali ed accettare le proposte di lavoro, corrispondenti alla sua qualifica, che gli verranno eventualmente offerte. Il provvedimento inoltre non andrebbe neanche ad incidere sulla spesa pubblica poiché verrebbe sperimentato per i primi due anni con le risorse inutilizzate del Fondo sociale europeo dalle Regioni. Sono politiche nate in Danimarca e utilizzate in tutto il resto d'Europa sotto la spinta dei partiti membri del Pse. Si chiama flexsecurity ed è un modo per rendere la flessibilità uno strumento per lo sviluppo in grado di valorizzare anche i lavoratori senza caricarli, come avviene invece da noi, dei costi della competitività. Nessun giornale, nessun tg o altri mezzi di informazione hanno informato l'opinione pubblica di questa proposta messa in campo dai socialisti. Crediamo sia sbagliato non parlare di un provvedimento che riguarda milioni di nostri lavoratori, molti dei quali giovani, senza mettere i cittadini nella condizioni di conoscere una proposta anche se avanzata da un piccolo gruppo di parlamentari.

venerdì 23 novembre 2007

RigenereRai

Certo non stupisce molto quanto si apprende dai resoconti delle intercettazioni comparsi su la Repubblica in merito alle collusioni Rai - Mediaset. Il fatto è però che ormai non ci stupiamo più di nulla. I nostri dirigenti ci hanno abituati a tante e tali bassezze che quando salta fuori l'ennesimo scandalo sembra sempre che non si sia scoperta l'acqua calda ma che tutto quanto fosse noto da tempo. Forse si è alzata molto la nostra soglia di tolleranza, come ha scritto più volte Ilvo Diamanti, ma certo è che più si va avanti e più il nostro amato e odiato Belpaese appare sempre di più come una causa persa. "Non può finì così, nun deve finì così" diceva Claudio Amendola nel film "Ultras". Ecco questo deve essere il nostro grido di battaglia. Organizziamoci non c'è più molto tempo da perdere.

mercoledì 21 novembre 2007

Avanti Savoia II - re travicelli e re carotoni

Stendiamo su presto
il rosso tappeto.
Apriamo la strada
al re Sottaceto.
E' bello, è gioviale,
non è materiale.
I soldi sudati
mangiando Saclà
lui stesso li dona
a chi non ne ha.
Su popolo vile,
vigliacca plebaglia,
non stare a magnare
l'infame brodaglia:
dè, corri veloce
al Conàd vicino
e segui l'esempio
del buon principino.
Ma quale Custoza
ma quale Unità.
La storia si onora
acquistando Saclà.
Tu vil mazziniano,
tu anarchico strano,
se vuoi ribellarti,
non serve sparare.
Un sedan biologico
or puoi comperare.
La stirpe rientra,
la storia è ripresa.
Su vieni felice
a fare la spesa.
E dentro lo stemma
lì sopra il portone
non croce sabauda
ma un bel carotone.


Giovanni Ferrari

AVANTI SAVOIA...

da repubblica.it: I Savoia chiedono all'Italia 260 milioni"E' il risarcimento per 54 anni di esilio"

ROMA - I Savoia chiedono 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per i danni morali subìti in 54 anni di esilio: 170 milioni li vuole Vittorio Emanuele; 90 suo figlio Emanuele Filiberto. Ma non è tutto: oltre agli interessi sulle somme richieste, i Savoia vogliono anche la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana.

Rino Gaetano (ottimo lo speciale di Minoli lunedì sera) diceva che l'Italia è un paese divertente...anzi che non ce n'era uno più divertente del nostro. Dobbiamo dare atto che il cantautore, troppo prematuramente scomparso, non solo aveva ragione da vendere, ma era anche riuscito a vedere la nostra realtà nazionale meglio e molto prima di chiunque altro.
Come non definire la spudorata richiesta degli ex-regnanti se non come un fantastico spunto per qualche numero da avanspettacolo? Roba che nemmeno il miglior Lino Banfi, ai tempi del Teatro Volturno di Roma, sarebbe stato capace di immaginare.
Tra i motivi della richiesta di risarcimento avanzata da Emanuele Filiberto ci sarebbero "i danni morali subìti durante l'esilio per la violazione dei diritti dell'uomo stabiliti così come stabilito nella Convenzione Europea del 1948".
Al di là delle questioni di opportunità storica (il 10 novembre del 1938 il re d'Italia Vittorio Emanuele III con la sua firma rende operativo il Manifesto della Razza, dando il via alle persecuzioni per gli ebrei italiani) sarebbe il caso di rammentare sommariamente al principe che negli ultimi anni questa famiglia in quanto a danni, morali e non, ne ha fatti abbastanza.
Al giovane rampollo bisognerebbe ricordare che la morte di Dirk Hamer sull'isola di Cavallo il 18 agosto 1978, venne causata dal padre che, ubriaco, voleva risolvere un litigio a forza di fucilate. Oppure bisognerebbe fargli rileggere come il venerando padre tirava sul prezzo contrattando rapporti sessuali a pagamento, o l'idea che Vittorio Emanuele ha della beneficenza (intercettazioni dell'inchiesta di Potenza).
Diciamo che la Repubblica Italiana potrebbe risolvere la questione donando tre copie di una qualsiasi antologia di storia per le scuole elementari a lui, al padre e alla di lui consorte; se leggendo questa, il rampollo riterrebbe ancora valide le ragioni per avanzare la richiesta di risarcimento, sempre la Repubblica Italiana potrebbe rivedere la scelta d'aver permesso ai Savoia di rientrare sul suolo patrio.


lunedì 19 novembre 2007

"MANIFESTO DI BIOETICA LAICA"

Domenica, 25 novembre 2007, presso la Sala della Casa Valdese, in corso Vittorio Emanuele II 23, a Torino, si svolgerà il Convegno nazionale “Manifesto di bioetica laica”, organizzato dalla Consulta Torinese per la laicità delle Istituzioni, in cui i più qualificati esponenti della bioetica laica italiana presenteranno e illustreranno il
NUOVO MANIFESTO DI BIOETICA LAICA.

Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni

Sede legale: via Avigliana 42, 10138 Torino (TO)
tel/fax: +39.011.4341952

Convegno "MANIFESTO DI BIOETICA LAICA"

DOMENICA 25 NOVEMBRE 2007
Salone della Casa Valdese,
corso Vittorio Emanuele II 23, Torino.
PROGRAMMA:
ore 09,00 Saluto delle Istituzioni
Introduzione: Tullio Monti - Coordinatore della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni
Presentazione del Manifesto: Maurizio Mori - Professore di Bioetica, Università di Torino
Interventi di:
Carlo Augusto Viano - Professore Emerito dell'Università di Torino
Eugenio Lecaldano - Professore Ordinario di Filosofia Morale, Università di Roma
Alberto Piazza - Professore Ordinario di Genetica Umana, Università di Torino
Patrizia Borsellino - Professore Ordinario di Filosofia del Diritto, Università di Milano
ore 13,00 - 14,30 pausa buffet

ore 14,30:Interventi di:
Aldo Fasolo - Professore Ordinario di Biologia, Università di Torino
Sergio Rostagno - Professore Emerito della Facoltà Valdese di Teologia
Gianni Vattimo - Professore di Filosofia Teoretica, Università di Torino
Carlo Flamigni - Professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia, Università di Bologna
Demetrio Neri - Professore Ordinario di Bioetica, Università di Messina
Claudia Mancina - Professore di Filosofia, Università di Roma

ore 17,30: Interventi conclusivi:
Marco Cappato, Europarlamentare e Presidente dell'Associazione Luca Coscioni
Magda Negri, Senatrice
Valdo Spini, Deputato

Oltre 7 milioni di lavoratori vivono con meno di 1000 euro. Oltre 1 milone e 600mila i poveri tra i giovani



IRES-CGIL: OLTRE 7 MLN VIVONO CON MENO 1000 DI EURO/MESE
ALLARME GIOVANI: OLTRE 1MLN E 600 I POVERI

Sono 7,3 milioni i lavoratori in Italia che guadagnano meno di 1000 euro al mese, oltre 14 milioni quelli che vivono con meno di 1.300 euro. I dati emergono dal rapporto "su salari e produttivita' in Italia e in Europa" dell'Ires-Cgil.
La situazione peggiora al Sud, dove un lavoratore guadagna in
media 969 euro di salario netto mensile (-13,4% rispetto al
dipendente standard); tra i dipendenti delle piccole imprese
(-26,2%); tra gli immigrati (-26,9%); per le donne (-17,9%) e per
i giovani di eta' compresa tra i 15 e i 34 anni (-27,1%).
E ancora, l'indagine porta alla luce una "questione
giovanile". Secondo l'indagine, infatti, un apprendista di
eta' compresa tra i 15 e i 24 anni guadagna in media 736 euro
netti mensili. Un collaboratore occasionale, tra i 15 e i 34
anni, guadagna mediamente 768 euro netti mensili. Un cocopro o
cococo tra i 15 e i 34 anni ne guadagna 899.
Anche secondo gli ultimi dati Istat, sottolinea il
rapporto, 1 milione e 678mila giovani tra i 18 e i 34 anni
(ovvero il 13,7%) sono poveri, percentuale superiore alla media
(13,1%).

per consultare la tabella:

domenica 18 novembre 2007

IN CHE SENSO?


Berlusconi: «Oggi nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo della libertà: il partito del popolo italiano, basta con i parrucconi della politica.» (dal corriere.it)
Vabbè dopo il "tovarish" Oliviero Diliberto che voleva far traslocare la salma di Lenin in Italia, segnaliamo lo smemorato di Cologno, come felicemente l'ha ribattezzato Fiorello, che rispolvera un suo vecchio cavallo di battaglia: delegittimare la politica presentandosi come la novità.
Evidentemente s'è scordato che da appena quattordici anni, e dopo tre mandati da presidente del consiglio (maggio 1994/gennaio 1995 - giugno 2001/aprile 2005 - aprile 2005/maggio 2006) fa ormai pienamente parte di quel cosiddetto teatrino della politica da lui tanto dileggiato...a parole.

mercoledì 14 novembre 2007

VIVA IL RE!!

Nei giorni scorsi la cronaca politica internazionale ha visto scontrarsi, al vertice di stato tra la Spagna ed i paesi latinoamericani, il re Juan Carlos ed il presidente Hugo Chavez. Alla base dello scontro ci sono le accuse proferite dal presidente venezuelano all'ex premier iberico Aznar, imputato di essere tra coloro che appoggiarono il golpe civico militare del 2002 volto a rovesciare il presidente sudamericano.
La questione in oggetto non è particolarmente importante, è più utile ricordare alcuni fatti e citarne altri, per cercare di fornire elementi di valutazione dei due uomini politici, il monarca ed il presidente, visto che quest'ultimo è, da qualche tempo, asceso allo stato di icona di alcuni pezzi della sinistra internazionale.


Il 23 febbraio 1981 è la data che segna in Spagna il tentativo di bloccare la transizione verso la democrazia. Alle ore 18 nell'aula del Congresso dei Deputati si stavano svolgendo le votazioni per l'elezione del premier Sotelo. Poco dopo le 18,30 un manipolo di guardie civili con a capo il colonnello Antonio Tejero fece irruzione nell'aula parlamentare e, armi alla mano, intimò a tutti i presenti di restare ai loro posti. Non essendo stato eletto ancora eletto il premier, rappresentante del potere esecutivo, e tenendo in ostaggio il Congresso, sede del potere legislativo, i golpisti determinavano un vuoto di potere su cui instaurare un nuovo ordine.
Tra gli altri, quattro deputati vennero fatti allontanare dall'aula parlamentare: il presidente del governo uscente Adolfo Suàrez Gonzàles, il leader dell'opposizione Felipe Gonzàles Màrquez, il secondo in lista del PSOE, Alfonso Guerra Gonzàles e il leader del Partito Comunista Spagnolo Santiago Carrillo.
Nel frattempo altri due generali si sollevavano dichiarando lo stato d'emergenza tentando di convincere altri militari ad assecondare l'operazione.
Verso l'una del mattino del 24 febbraio il re Juan Carlos comparve in televisione, vestito con la divisa di capitano generale degli eserciti, per schierarsi contro i golpisti, difendere la Costituzione spagnola, ed esautorare i responsabili del putsch.
L'indisponibilità del re ad appoggiare il golpe permise di sgominarlo la notte stessa e, soprattutto, che la transizione dagli anni bui del franchismo alla democrazia si mettesse in atto.
La carriera politica del colonnello Hugo Rafael Chávez Frías inizia con un colpo di stato con cui tentò di rovesciare il legittimo presidente Carlos Andrés Pérez. Il golpe fallì causando, secondo le voci ufficiali del Ministero della Difesa, 14 morti e 53 feriti.
Chávez fu arrestato ed imprigionato. Il suo arresto suscitò un ampio movimento popolare che ne chiedeva la liberazione: riacquistò la libertà nel 1994 grazie a un'amnistia, ma dovette abbandonare le Forze Armate. Quattro anni dopo Hugo Chavèz diventa presidente del Venezuela.
Da quel momento la famiglia Chavez migliora profondamente il proprio stile di vita, logica conseguenza dell'incarico presidenziale a Hugo. Da una umile casa si trasferiscono in favolose fattorie nello stato di Barinas, una delle terre più fertili del paese: ben tremila ettari di terreno, che i Chavez hanno acquistano a basso prezzo dai vecchi proprietari, timorosi di essere sottoposti ad esproprio grazie alla riforma agraria e agli inviti del partito bolivariano, fondato da Chavèz, ai contadini di occupare i terreni considerati troppo grandi o abbandonati. Non sono mancate le denunce contro il governatore di Barinas (Hugo de los Reyes Chavez, padre di Hugo) per abuso di potere e corruzione.
Oltre a rendere migliore la situazione abitativa Hugo Chavèz ha profuso incarichi ai suoi congiunti: il fratello maggiore Adan è ministro dell'educazione, Narciso è plenipotenziario (ossia responsabile degli accordi tra Cuba e Venezuela), Anibal è sindaco di Sabaneta (città natale della famiglia), Argeny è segretario di stato a Barinas (incarico creato appositamente per lui nella regione venezuelana), Adelis è consigliere d’amministrazione di una banca privata che gestisce i fondi del governo (la Sofitasa).
L'arrivo del Presidente a Palazzo Miraflores pare abbia determinato, inoltre, un aumento delle spese del 1500% dal suo primo mandato. Vengono spesi 1.000 dollari al giorno per preparare i pasti del Presidente, 250 mila dollari sono stati spesi per i vestiti e le scarpe, 40 mila per i suoi profumi. Per i viaggi vengono spesi 5 milioni di dollari l'anno, mentre per i ricevimenti a Palazzo 2 milioni di dollari.
La scorsa estate un articolo apparso su "La Repubblica" (10 giugno 2007, pagina 19) riportava alcuni di questi aspetti, tra cui, le spese sostenute a palazzo, il Presidente Chavez, venutone a conoscenza, durante la trasmissione "Alò Presidente" (suo programma televisivo personale, che dura anche parecchie ore) ha risposto citando dati mai riportati dal quotidiano, rigirando il discorso su un'icona (vecchia oltre 100 anni) appartenuta ad un eroe nazionale venezuelano, Pedro Pérez Delgado detto Maisanta.
Per quel che riguarda il rapporto tra governo ed informazione sarebbe utile capire meglio la visione di pluralismo e democrazia che il figlioccio di Fidel Castro ha in mente: da quando Chavez è stato eletto per la seconda volta Presidente del Venezuela (Rep. Bolivariana del Venezuela), il numero di canali legati al governo sono aumentati da due (Venezolana de Televisión e ANTV) a cinque (più i canali Vive, Telesur e la recente Televisora Venezolana Social).
I più importanti canali privati nazionali, non soggetti al controllo governativo, che trasmettono via antenna sono Televen, Venevisión (vengono esclusi dalle critiche governative i vari canali di sola musica come Puma TV - in via d'acquisto da parte del governo - e di solo sport come Meridiano Televisión), mentre quelli che trasmettono via cavo sono Globovision, Canal de Noticias (entrambe televisioni di solo notizie e di approfondimento, ma in opposizione al governo) ed in ultimo RCTV.
Quest'ultimo è il canale più antico del Venezuela (oltre 50 anni di trasmissioni), recentemente è stato recentemente "oscurato" dalle frequenze nazionali, non essendogli stata rinnovata la concessione di trasmissione. Le accuse mosse nei confronti dell'emittente televisiva di opposizione sono di continua violazione della legge di responsabilità civile dei media (che limita pornografia e violenza), di aver appoggiato il golpe del 2002, di campagna persistente mirata al rovesciamento violento del governo e di essere finanziati da un paese straniero (e precisamente dalla CIA). Accuse queste ultime non suffragate da prove.
Forti sono le critiche per la legge per la tutela dei minori e di responsabilità dei media, emenata in seguito al tentativo di golpe del 2002, che vieta la trasmissione di immagini violente prima delle dieci di sera. Ciò riduce la possibilità d'informazione ai cittadini venezuelani in caso di scontri violenti tra polizia e cittadinanza stessa. In seguito a queste nuove leggi di tutela, i canali come Televen e Venevision, per il loro rigoroso rispetto, ora vengono ben considerati dal governo.
Molto altro ci sarebbe da dire, come sull'utilizzo della polizia metropolitana durante la manifestazione dell'11 aprile 2002, in cui vennero esplosi colpi ad alzo zero contro i menifestanti, oppure di come i dati dei firmatari del "Referendum Revocatorio" o "Referendum Ratificatorio" per una destituzione popolare del Presidente in carica (il tutto permesso dalla Costituzione Bolívariana del 1999 voluta dal Presidente Chávez), siano stati utilizzati per limitare i diritti civili dei firmatari stessi (tra cui molti nostri connazionali).
Sicuramente Juan Carlos, il monarca, non può essere ripreso come paladino della sinistra o, più semplicemente, come il difensore della democrazia, ma siamo certi che Chavèz si meriti quell'alone di santità antisistema, di "compagno integgerrimo" tanto cara ad una certa sinistra italiana? Siamo sicuri che sia necessario, sempre per quella certa sinistra, cosiddetta antagonista, propagandare miti che, se visti più attentamente, assomigliano molto agli stessi che nelle piazze del nostro paese vengono presentati come il nemico da abbattere?

E' fantastico sperare che un giorno "un'altro mondo sia possibile", sarebbe auspicabile credere che da subito si possa pensare in un altro modo...

martedì 13 novembre 2007

Giù l'IVA, in alto...i cuori!

di Marco Zatterin (da La Stampa.it)

Troppe tasse sui condom, o profilattici, o preservativi, o come volete: ci sono tanti nomi quanti partiti politici. Il gruppo socialista del Parlamento europeo, il secondo più numeroso all’assemblea di Strasburgo, ha lanciato ieri una petizione per arrivare a presentare il primo dicembre, Giornata mondiale per la lotta all’Aids, un appello ai governi perché riducano l’Iva su quello che probabilmente è il sistema anticoncenzionale più diffuso e affermato del pianeta.
La normativa europea prevede che su questo delicato articolo ci sia un’imposta minima del 5 per cento e attribuisce agli stati la facoltà di decidere autonomamente il livello dell’imposta. In alcuni paesi, notano i socialisti, si arriva al 25 per cento (vedi Svezia e Danimarca).
Il vicepresidente del Pse, Jan Marinus Wiersma, spiega la mossa ricordando che, secondo la World Health Organisation (Organizzazione mondiale della Sanità), la diffusione del virus HIV sta crescendo nelle regioni europee. Nel vecchio continente, solo nel 2005, sono stati diagnosticati 26.984 nuovi casi. Quasi tutti di matrice eterossessuale.
L’idea non piace allo schieramento rivale dei socialisti, il Partito popolare europeo, le cui convinzioni cristiane impediscono di sostenere apertamente la contraccezione. Vale per l’Italia come per la Scandinavia. Tutto il mondo è paese anche se poi ti muore un parente per l’Aids.
Certo non è questa la soluzione del problema e fa venire i brividi l’idea che si debba discutere se un profilattico sia di destra o di sinistra.

Ma chi avesse voglia può andare a firmare (leggete sotto):

Join the campaign to cut VAT on condoms, a worthy cause if ever there was one!
There's a real chance the European Ministers may move on this, if weget enough people behind the campaign you may be able to enjoy safeloving at a fraction of the current cost!

lunedì 12 novembre 2007

Ernesto Nathan un grande laico, un grande sindaco, un unico interesse: la cosa pubblica



A. L. C. R. A. S. associazione laica centri regionali di azione sociale

Circolo Culturale Ernesto Nathan di Roma

Associazione Nazionale del Libero Pensiero" Giordano Bruno

Venerdì 23 novembre 2007
ore 18.00 Via Aldo Manuzio, 91 Roma
Conferenza della prof. Maria Mantello

Ernesto Nathan un grande laico, un grande sindaco un unico interesse: la cosa pubblica

Per informazioni tel: 065744620; 3297481111 –e.mail: liberopensiero.giordanobruno@fastwebnet.it

Cittadinanza europea e Bilancio, ovvero né veramente rappresentati e né propriamente tassati

Che dire, da noi il più famoso blogger è il ministro Clem Mastella, mentre a Bruxelles la Commissaria Europea alla Programmazione Finanziaria e Bilancio apre un blog di dibattito sul futuro Bilancio comunitario.


Consapevoli che si arriva a questo anche - e soprattutto - perché la barca fa acqua, segnaliamo almeno lo sforzo.

Personalmente, spero si risolva l'annoso problema dei Fondi di Aiuto allo Sviluppo, che sono attualmente fuori dal Bilancio. Ed il resto conto di dirlo a lei...
Nella foto, quello che dovrebbe essere l'autore della frase "No taxation without Representation", Jonathan Mayhew.

Which priorities for Europe - debate the EU budget!
The Commissioner for Financial Programming and Budget has just opened an internet discussion forum on her site: http://blogs.ec.europa.eu/grybauskaite/
Questions up for discussion include:
Which projects should the EU focus on?
What is the best way to finance the EU budget?
Should there be an EU tax* or should the present system be changed in some other way?
(Read the message from the Commissioner below).


Hello all,I have created an interactive forum on my website for anyone who has thoughts about the EU budget – stop by and share your opinion, make your voice heard. As you probably know, the EU budget is used for many different things.Today, about two thirds of the budget comes from contributions from the Member States.
You are very welcome to discuss these and other related issues on my site, where you also can learn more about the EU budget:http://blogs.ec.europa.eu/grybauskaite/
I am very interested in finding out your opinion.
Kind regards,
Dr. Dalia Grybauskaitė,
EU Commissioner

IL PROBLEMA NON E' LA CADUTA MA L'ATTERRAGGIO.


Questa è la storia di un uomo
che cade da un palazzo
di cinquanta piani.
Mano a mano che cadendo
passa da un piano all'altro
il tizio, per farsi coraggio, si ripete:
"Fino a qui tutto bene.
Fino a qui tutto bene.
Fino a qui tutto bene."
Il problema non è la caduta ma l' atterraggio.

(L' Odio - Mathieu Kassovitz)


L'unica cosa certa nel bailamme di ieri, tra scene di violenza diffusa e commentatori che si ergono a grandi conoscitori della nostra società, è che un ragazzo di 28 anni è morto. Gabriele Sandri, giovane dj del piper è stato freddato da un colpo alla nuca mentre era seduto in auto, e si stava recando a vedere una partita di calcio.
Il resto conta poco, ma è sul resto che bisogna interrogarsi.
Alla luce dei comportamenti delle autorità, abbastanza incapaci di gestire le situazioni, e del più preoccupante stato dell'informazione in questo paese, in cui chiunque ormai si sente in diritto di esprimere le proprie opinioni anche se del tutto prive di senso, solo per avere i tre minuti di passaggio sullo schermo televisivo, è drammatico rendersi conto di come questo paese stia strappando ogni sorta di legame sociale che c'è alla base di una comunità.
Non è concepibile che si scatenino assalti alle caserme, e che quartieri interi siano ostaggio della violenza di bande organizzate che altro non aspettavano che l'accendersi di una miccia, così come non è pensabile che a seguito della morte di Giovanna Reggiani ci sia qualcuno che si organizzi in ronde e consumi la sua personale giustizia privata.
L'esigenza di ritrovare un senso dello stato non può più essere rimandata, continuare ad assistere inermi al baratto del bene comune per interessi di parte, soprattutto da parte di chi si candida invece al perseguimento degli interessi collettivi, siano questi politici, economici, sociali, continuerà a lacerare ancor di più quel tessuto sociale che ci tiene uniti.
Senza la prospettiva di un bene comune avremo la costante affermazione di un individualismo esasperato finalizzato al perseguimento di interessi privati, di gruppo, in cui tutto è lecito e tutto è consentito.
Chi ieri ha devastato, ha assaltato, ha distrutto, non rendeva omaggio alla morte di Gabriele Sandri. Chi si è reso protagonista delle scene di violenza ha semplicemente cavalcato l'onda emotiva per affermare la propria legge.
La speranza è che rispetto al drammatico fatto di cronaca consumatosi nell'autogrill in provincia di Arezzo le autorità abbiano il coraggio di fare piena luce, accertando le responsabilità e comportandosi di conseguenza; più in generale, la speranza è che si arresti il vortice di disgregazione sociale che si manifesta ormai quotidianamente.

venerdì 9 novembre 2007

Sicurezza: Economist, dure critiche a politici italiani nel mirino i governi Prodi e Berlusconi, Veltroni e Fini

Duro articolo dell'Economist contro
i politici italiani - di governo e di opposizione - sulla
risposta all'uccisione di Giovanna Reggiani.
''I leader politici italiani - inizia l'articolo - non sono
particolarmente stimati fuori (ma anche dentro) il loro paese.
La loro gestione della prima crisi generata dai rapporti
razziali ha mostrato perche'. Tra i primi aggettivi che vengono
in mente ci sono opportunisti, istrionici, irresponsabili e,
forse nella migliore delle ipotesi, insensibili''. Il
settimanale ricorda poi i fatti dell'omicidio Reggiani, ''un
crimine orrendo'', di cui il romeno Nicolae Mailat si dice
innocente: ''Ma niente di tutto questo ha avuto peso nel clamore
che e' seguito'', nota ricordando che gli immigrati romeni,
''molti dei quali rom, hanno senza dubbio portato problemi,
particolarmente a Roma''.
''Ma il motivo per il quale sono arrivati cosi' numerosi e'
che i politici italiani li hanno incoraggiati. L'ex governo di
centrodestra di Silvio Berlusconi tolse le restrizioni ai visti
per la Romania cinque anni prima che entrasse nell'Ue, a
gennaio. L'attuale governo di centrosinistra di Romano Prodi ha
scelto di non limitare l'ingresso dei lavoratori romeni dopo
l'ingresso. I romeni erano inizialmente popolari. Parlano una
lingua romanza. La maggior parte si integra facilmente''. Ma
questa politica, si nota, ''non e' stata seguita da passi per
offrire alloggio temporaneo per i nuovi arrivati. Parte della
colpa deve cadere sul sindaco di centrosinistra di Roma, Walter
Veltroni, che e' stato il primo responsabile di aver spinto il
governo nel panico dopo l'omicidio Reggiani''.
L'Economist attacca i decreti per le espulsioni: ''L'aspetto
piu' scioccante e' che il decreto prende di mira apertamente i
romeni. Nel preambolo si legge: 'la percentuale di reati
commessi da stranieri e' cresciuta, e quelli che commettono piu'
reati sono i romeni''. Ma, dice il giornale citando una
statistica della 'Stampa', questo e' vero in assoluto solo
perche' i romeni sono piu' numerosi, infatti la proporzione di
romeni denunciati o arrestati nel 2006 e' piu' bassa che nella
maggior parte dei gruppi di stranieri.
''Da allora, i rom sono stati oggetto di abusi al vetriolo.
Gianfranco Fini, il presumbilmente riformato leader degli ex
neofascisti li ha accusati di far prostituire le loro donne, di
approvare il rapimento di bambini e di credere che il furto sia
moralmente giustificato'', scrive l'Economist, affermando che
''Fini sembra pensare che l'oratoria dell'odio razziale
aumentera' le sue prospettive'' di diventare leader del
centrodestra.
E commentando la richiesta di aiuti europei fatta da Italia e
Romania per affrontare il problema delle migrazioni, conclude:
''Quando c'e' un problema, tira fuori la mano e chiedi i soldi.
E' la stessa accusa che molti fanno agli zingari''.

giovedì 8 novembre 2007

La Chiesa anche quando fa impresa non è uguale di fronte alla legge

Nonostante ci siano sempre più Hotel gestiti dalle suore (vedi la Stampa di oggi), e nonostante la lettera di richiamo dell'Unione europea in cui si richiede un chiarimento per quanto concerne i vantaggi di cui gode la Chiesa per quanto riguarda il pagamento dell'Ici su immobili utilizzati per attività commerciali, ieri il Senato della repubblica ha votato contro un emendamento presentato dai senatori socialisti Montalbano, Barbieri e Angius, che sanava questa situazione. L'emendamento dei socialisti, infatti, proponeva di reintrodurre il pagamento dell'ici per le confessioni religiose esclusivamente sugli immobili utilizzati per attività commerciali. Non si capisce infatti perché delle attività esplicitamente lucrative ma condotte da enti collegati direttamente a confesioni religiose debbano godere di una condizione di favore minando così il regime di concorrenza rispetto alle altre imprese.
Il fronte cattolico guidato da Udc e Pd ha comunque fermato l'approvazione di questa norma. Quello che ha dell'incredibile però è stata l'astensione della sinistra cosiddetta radicale ossia Rifondazione comunista, il gruppo Verdi - Comunisti italiani e Sinistra Democratica.
Il Governo e il Parlamento comunque dovranno rispondere prima o poi alla richiesta di chiarimento dell'Unione Europea. E staremo a vedere.

martedì 6 novembre 2007

Curiosità: Giovane poliglotta tedesco, parla 35 lingue e non gli basta

Sebastian Heine, 22 anni, studente universitario di Bonn, riesce a parlare perfettamente gia' 35 lingue e non sembra soddisfatto del risultato
raggiunto. "Non mi considero un genio", ha detto il giovane studente, "poiche' nel mio caso si tratta solo di applicazione.
Ogni giorno imparo nuovi vocaboli e faccio sempre esercizi di grammatica". La passione per le lingue straniere gli e' venuta all'eta' di 15 anni, quando frequentava il liceo nella cittadina di Frankenberg, nell'Assia. Leggendo Omero in lingua originale il giovane si accorse delle similitudini tra il greco
e il sanscrito, lingua che ha iniziato immediatamente a imparare. Da allora ha proseguito aggiungendone tre o quattro di nuove ogni anno. La lista degli
idiomi parlati da Sebastian Heine spazia dall'aramaico all'uzbeko, anche se la lingua che ama di piu' e' il pashto, parlato dalle tribu' pashtun dell'Afghanistan. All'universita' il giovane poliglotta si sta laureando in indo-germanistica e celtologia, ma gia' l'anno prossimo intende iscriversi a Londra
alla famosa "School of Oriental and African Studies".

LEVATEJE ER VINO...



Dal sito del corriere della sera: MOSCA - La mummia di Lenin «potremmo portarla a Roma» se, nella Russia postsovietica di Vladimir Putin, il Cremlino decidesse di rimuoverla. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, lancia la sua provocazione mentre passeggia sulla piazza Rossa, dopo aver depositato tre garofani al mausoleo che conserva intatta la salma di Vladimir Ilyich Ulyanov. Un po’ infreddolito dal vento gelido di Mosca, ma soddisfatto ospite di Gennady Ziuganov, leader del partito Comunista russo.
Ogni commento è veramente superfluo...

L'ultimo saluto a Enzo Biagi


Un ultimo saluto da Rigenerazione a Enzo Biagi, morto questa mattina.
Con lui si spegne una delle menti più libere e coerenti che il nostro paese abbia mai avuto.
Resterà per sempre il suo esempio di grande giornalista e commentatore dei fatti italiani.

VINCE SOLO CHI E' CONVINTO DI POTERLO FARE!

Questa mattina ho incontrato due amici, Francesco S. ed Ermanno B. Come al solito s'è parlato un po' di tutto: vita, politica, speranze condivise e quelle tradite.
Ogni volta negli ultimi anni abbiamo spesso condiviso esperienze in cui alla fine siamo rimasti un po' scottati, delusi.
Vorrei salutarli con la frase di Virgilio del titolo...ragazzi la partita è appena iniziata!
P.

Ciao Barone!


Dopo i veleni e i processi, un evento luttuoso ci riporta indietro ad un calcio fatto di passione e poco altro, dove i calciatori erano ricordati per le imprese compiute in campo e non per le sventole di turno con cui avevano una relazione. Non c'era sky, non c'erano commistioni tra faccendieri e le società sportive...era solo il rettangolo verde e la voglia di giocare a pallone...ciao Barone!

lunedì 5 novembre 2007

Addio "Barone"

CALCIO: E' MORTO "IL BARONE"
L'ex calciatore e allenatore Nils Liedholm, 85 anni, si e' spento a Cuccaro
(Alessandria), dove viveva e aveva una tenuta agricola.
Tra i primi e piu' noti stranieri a giocare in Italia nel dopoguerra,
faceva parte, con Gren e Nordahl, nel Milan del famoso trio Gre-No-Li.
Un saluto affettuoso da Rigenerazione a tutti i tifosi giallorossi, particolarmente affezionati al Barone, allenatore della Roma vincitrice del campionato di calcio di serie A del 1982-83.

Sicurezza e sensazionalismo

La sicurezza è un bene di tutti ed è il primo diritto che un cittadino deve esigere dallo Stato di cui fa parte. Le città sono effettivamente percepite come insicure e tali sono come dimostrano i dati sull'aumento del numero di scippi, furti nelle ville, e rapine a negozi e banche forniti da un'indagine del sole24ore pubblicata oggi. Ad esempio nelle province di Lombardia e Emilia Romagna prevalgono i furti nelle ville, mentre nelle grandi città del centro nord sono i borseggi a primeggiare. E ancora, le città con il più alto numero di omicidi e rapine sono quelle del Sud. Un quadro insomma che rispecchia le aspettative e le conoscenze delle caratteristiche nostrane.
Tuttavia, attorno all'emergenza sicurezza, divampata dopo l'omicidio della signora Giovanna Reggiani, c'è qualcosa di strano. Ci hanno segnalato ad esempio che due importanti quotidiani nazionali hanno diffuso copie omaggio in molti condomini della capitale subito dopo l'omicidio in questione. Chi ci ha raccontato questo episodio ha sottolineato come ciò non fosse mai accaduto prima. Perché dunque questo atto promozionale? Non vogliamo pensare male e credere che soltanto per aumentare il numero di copie da vendere si è soffiato sul fuoco dell'emotività contribuendo a creare così un clima di odio e paura di cui veramente non si sentiva il bisogno. Ci affianchiamo a tutti quei rumeni onesti che lavorano nel nostro paese e che danno un contributo importante alle nostre comunità. Ci auguriamo quindi che le misure sulla sicurezza che il governo ha preso e che il parlamento ratificherà presto saranno dettate dal buonsenso e dalla conoscenza delle problematiche esistenti e non dall'emotività e dalla voglia di cavalcare un onda magari per migliorare nei prossimi sondaggi. La sicurezza è un tema che merita più attenzione e meno polemiche perché è tesoro soprattutto dei più deboli, di coloro che vivono nelle nostre periferie e di quei cittadini comunitari ed extracomunitari che sono venuti per lavorare e vivere in pace nel nostro paese.

venerdì 26 ottobre 2007

Le paghette e i bamboccioni

I figli hanno buste paga molto meno generose di quanto non avessero i loro padri. Circa il 35% in meno per essere precisi. Hanno, inoltre, "difficoltà crescenti nel costruirsi una carriera lavorativa che consenta il pieno sviluppo delle attitudini e delle capacità individuali." Ad aggravare questa situazione già di per sé non rosea sono intervenute le riforme del sistema previdenziale. Questa è la fotografia dei giovani alle prese con la società di oggi scattata da un working paper della Banca d'Italia. Il documento si chiama: "Il divario generazionale: un'analisi dei salari relativi dei lavoratori giovani e vecchi in Italia." Sarebbe questo, secondo i ricercatori di Bankitalia uno dei fattori a determinare una maggiore dipendenza dalle famiglie di origine, quasi a richiamare polemicamente il termine "bamboccioni" utilizzato dal Ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa riferendosi appunto alle giovani generazioni che , secondo il ministro, rimarrebbero troppo tempo a casa. Insomma, sembra quasi di ricordare quei racconti fatti da qualche amico in cui un nonno regalava al nipote 5000 lire, diciamo alla fine degli anni '80, e diceva: "divertiti con la tua ragazza".
Il divertimento già non poteva comprendere un cinema ché, all'epoca, sarebbe costato 7000 lire; quindi, avendo qualche altro soldino da parte comunque la ragazzetta sarebbe rimasta fuori dal cinema. Ecco, sembra quasi che quel nonno sia rimasto miracolosamente al potere per tutti questi anni e che ti continui a dire "diverititi con la paghetta" mentre lui si è scofanato tutto.

Blog e gerontocrazia nostrana secondo il Times

Durante il governo Berlusconi (2001 - 2006) l'Italia è stata ripetutamente sbeffeggiata dalle colonne dei giornali della stampa estera. La cosa era legata inizialmente alla collezione di gaffes collezionata dal cavaliere e poi dalla constatazione che neppure LUI con la sua schiacciante maggioranza era riuscito a sbloccare il Belpaese.
Qualche giorno fa il Times on line ha dedicato la sua attenzione ad un provvedimento presentato dal Governo che, se approvato, costringerebbe i blogger a registrarsi ad un apposito registro. In sostanza si introdurrebbe una forma di controllo dello Stato all'attività di un qualsiasi blog.
L'articolo cominciava sottolineando l'età dell'attuale presidente del Consiglio, Romano Prodi, 68 anni, dell'attuale capo dell'opposizione, Silvio Berlusconi, 71 anni, quella del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano 82 anni, e quella del suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, 86 anni. Il giornalista alla fine sosteneva che anche negli altri paesi una norma di quel tipo avrebbe potuto essere presentata se a governare fossero stati i loro nonni.
Il peso della gerontocrazia italiana insomma è arrivato a farsi notare anche oltralpe. Fermo restando il rispetto istituzionale che si deve a tutti i personaggi pubblici succitati, è evidente quanto questa classe dirigente abbia fatto ormai il suo tempo. E' ora di dargli il cambio.

lunedì 22 ottobre 2007

Il 20 ottobre della sinistra: e mo'?

E così anche la sinistra della coalizione ha portato a casa il risultato: 1 milione di partecipanti alla manifestazione di sabato 20 ottobre. Un corteo nato per contrastare l'accordo del 23 luglio tra governo e sindacati da un appello lanciato dai quotidiani Liberazione, il Manifesto e Carta assieme a un gruppo di intellettuali ed ex dirigenti della sinistra italiana come Ingrao e Tortorella. Quell'accordo poi, è giusto ricordarlo, portò alla firma di quel protocollo su welfare e pensioni a cui 4 milioni di lavoratori hanno dato il proprio assenso. La manifestazione quindi si è trasformata in "Sinistra day" per tentare comunque di battere un colpo rispetto ai 3.500.000 partecipanti alle primarie per il Pd. E il colpo è stato battuto. Una grande manifestazione pacifica dove agli operai metalmeccanici della Fiom si alternavano, e sempre in numero crescente rispetto alle manifestazioni precedenti, lavoratori dei call center, interinali e immigrati. "E' la società che cambia" dirà il ministro Ferrero, giustamente assente dalla manifestazione viste le sue responsabilità di governo, allo speciale de La7. Un milione di persone sono tante di questi tempi, oppure come dice Mannheimer cresce la voglia di esserci, di voler dire la propria anche se non ci si riconosce nei partiti direttamente coinvolti nell'organizzazione di quell'evento. E' successo per le primarie ed è successo per questa manifestazione. Alle primarie hanno probabilmente partecipato persone che pur non riconoscendosi in questo Pd si riconoscevano nell'idea di una maggiore semplificazione del panorama politico. Una parte di manifestanti di sabato probabilmente era lì, pur non riconoscendosi nelle bandiere che sventolavano (Prc e Pdci per la stragrande maggioranza), perché riteneva giusto indignarsi per dei salari e dei redditi che fanno ridere rispetto al costo della vita e perché con dei contratti così precari non è possibile programmare un futuro.
Ma se vogliamo cominciare a riflettere su quale potrà essere lo sbocco politico di questa manifestazione, il quadro si fa un po' più fosco, o se vogliamo meno chiaro. Sì perché se della sinistra della coalizione fanno parte i Verdi, la Sinistra Democratica, Partito dei Comunisti Italiani e Rifondazione comunista, alla manifestazione di sabato non ha aderito il movimento fondato da Mussi e Salvi mentre i Verdi di Pecoraio & co. hanno deciso di non sfilare nel corteo ma soltanto di distribuire volantini a Piazza San Giovanni contro il nucleare. Ecco. Quindi, o dopo questa grande giornata di partecipazione i dirigenti di questa area del centro sinistra si danno una mossa e fondano un partito unitario in grado di dare una sola voce a chi ha sfilato sabato per le vie di Roma oppure non se ne farà nulla, tutt'al più, in extremis i due partiti con la falce e martello potrebbero (anche se sarebbe durissima) alla fine tornare insieme. Ma per cambiare davvero servirebbe dell'atro. In sostanza o i neocomunisti di diversa provenienza fanno a loro volta una svolta, scusate la cacofonia, e con il contributo di Verdi e Sd rifondano l'area della sinistra, magari anche con il contributo dei socialisti, e quindi entrando a pieno titolo nel Pse; allora diverrebbe possibile concorrere nella lotta per l'egemonia nel centro sinistra e nel paese.
Se invece quest'area vorrà rappresentare solo l'elenco degli arrabbiati di turno, senza mettere in discussione nulla di ciò che è stata fino ad ora, degli obiettivi che ha raggiunto e di quelli che invece ha fallito, può continuare tranquillamente così tra una manifestazione che fallisce ed una che le riesce benissimo.

martedì 16 ottobre 2007

Primarie

3.300.000 cittadini italiani si sono recati a votare per le primarie che hanno incoronato leader del Pd Walter Veltroni con il 75 % ed eletto i membri della Assemblea Costituente. Sono stati eletti inoltre i segretari regionali del Pd e le rispettive Assemblee costituenti. Benissimo. La scorsa settimana, come abbiamo visto, si sono recati a votare sul Protocollo su Welfare e Pensioni oltre 5 milioni di lavoratori, senza molto chiasso, senza manifesti (non se ne sono visti molti in giro), senza spot televisivi, senza trasmissioni politiche con conduttori accondiscendenti. Anzi ci sembra di ricordare che qualche settimana fa usciva un'inchiesta, seguita da una querela vinta dai sindacati, che denunciava "la casta" di Cgil, Cisl e Uil con tabulati ed elenchi di privilegi assicurati ai rappresentanti dei lavoratori italiani. Tornando alle primarie, restano un fatto di grande rilevanza politica per l'alta partecipazione popolare registrata. Ma, pur nell'assoluto rispetto per chi ha votato, sorgono spontanee alcune domande e osservazioni. La prima domanda, sollevata da molti a dire il vero, è: ma per che cosa si è votato oltre che per Veltroni?
La seconda domanda è se i dirigenti dell'ala riformista della coalizione leggono questo risultato come la tomba dell'attuale assetto del centro sinistra? Vedi alleanze di nuovo conio. Nasceranno, inoltre, delle ulteriori fibrillazioni tra i maggiorenti del Pd dai nuovi rapporti di forza all'interno dell'assemblea costituente, visto che dominerebbero i Ds, almeno dai primi dati a disposizione, con il 65%? L'ultima annotazione di un osservatore delle file ai seggi, (ovviamente non sono andato a votare), è la seguente: ho visto, lo dico con il massimo rispetto, molte persone anziane. Dato rilevato anche dal direttore dell'Ispo, Renato Mannheimer, che, commentando sul Corriere della Sera la sorpresa della massiccia partecipazione alle primarie del Partito democratico e ricordando che gli analisti si dicevano scettici sul superamento della soglia dei tre milioni di persone, ha osservato invece come l'obiettivo sia stato raggiunto ma - ha sottolineato - "con qualche defezione (in termini di intenzioni di voto non seguita dai fatti) da parte dei più giovani". Ciò non toglie che il numero di partecipanti sia stato comunque straordinario e che il successo politico sia innegabile, tuttavia non prendere in considerazione questo aspetto sarebbe un errore da non compiere al momento della nascita del nuovo soggetto democratico.

venerdì 12 ottobre 2007

Welfare

Alla fine i Sì al Protocollo su Pensioni Welfare vincono con oltre l'80%. Restano sacche di dissenso anche consistenti, soprattutto nelle fabbriche Fiat, tra i lavoratori Metalmeccanici. In questo settore vincono i No con il 54%. Alle elezioni hanno partecipato secondo le organizzazioni sindacali, oltre 5 milioni di lavoratori.
Oggi si svolgerà il Consiglio dei Ministri che dovrà varare la riforma su Welfare e Pensioni. Vi sono molte incertezze su cosa faranno i ministri della sinistra radicale (Pecoraio Scanio, Mussi, Bianchi e Ferrero). Potrebbero astenersi tutti e 4 oppure dividersi. In questo caso è probabile che Ferrero (Prc) e Bianchi (Pdci) voterebbero No oppure si asterrebbero. Mentre Pecoraio Scanio (Verdi) e Mussi (Sd) potrebbero votare a favore.
La grande prova di partecipazione fornita dalle organizzazioni sindacali dimostra ancora una volta che queste ultime restano gli ultimi soggetti collettivi organizzati in grado di agire politicamente. Questo dovrebbe far riflettere in molti, soprattutto nel centrosinistra.

mercoledì 10 ottobre 2007

Referendum Welfare e Pensioni: quali benefici?

Avrete sentito parlare del Protocollo su Welfare e Pensioni su cui, è bene ricordarlo, è in corso una consultazione referendaria tra i lavoratori.
Ma di cosa si tratta? Il Protocollo in questione è un documento presentato da Prodi in Consiglio dei Ministri questa estate, senza però essere votato dal consiglio stesso, che contiene misure inerenti il sistema pensionistico italiano e il nostro sistema di Welfare. Per quanto attiene il sistema pensionistico verrebbe modificata la legge Maroni che introduceva un sistema per cui dal 1° gennaio 2008 l'età pensionabile sarebbe stata innalzata per tutti a 60 anni, oppure 40 anni di contributi versati. Per questo si è parlato di "Scalone". Con l'attuale proposta l'età pensionabile dei lavoratori italiani, ad oggi la più bassa in Europa, verrebbe gradualmente innalzata col passare degli anni fino ad arrivare a 61 anni (dal 1° gennaio del 2013!) avendo comunque un minimo di 35 anni di contributi versati. Se questa legge entrasse in vigore resteremmo ancora il paese con l'età pensionabile più bassa.
Per quanto riguarda il Welfare, si parla essenzialmente di mercato del lavoro con misure che cercano di attenuare la cosiddetta precarietà. In questa parte dell'accordo le misure previste dal protocollo, almeno per chi scrive, non sembrano così incisive rispetto alla sofferenza in cui si trovano molti lavoratori italiani. Non vengono abolite le forme contrattuali più contestate come quelle definite di "staff leasing", ovvero la possibilità di assumere per periodi molto limitati di tempo un certo numero di lavoratori per poi rigettarli sul mercato con un semplice "arrivederci e grazie". Dai dati raccolti risulterebbe che questa forma contrattuale sia stata utilizzata pochissimo negli ultimi anni. Tuttavia l'Unione si era impegnata ad eliminarla nel suo programma di governo e invece per ora non ne è prevista la soppressione. Una misura importante introdotto ed entrata in vigore dal 1° gennaio 2007 è la facilitazione del "riscatto del periodo di laurea". Vale a dire la possibilità, versando una certa somma, la facilitazione sarebbe data dalla diminuzione della quantità di denaro da versare, di calcolare il periodo di studio universitario (4 anni) nel conteggio contributivo ai fini previdenziali. Aumenta, inoltre, l'assegno di indennità per la disoccupazione.
Queste misure incideranno in maniera concreta sulla qualità della vita di milioni di lavoratori. O meglio incideranno sul potere d'acquisto dei salari e dei redditi dei cittadini italiani? Probabilmente no. Il problema però è che per l'alto livello di debito pubblico del nostro Paese, mai veramente aggredito dopo la prima metà degli anni '90, è sempre più difficile reperire le risorse per finanziare cambiamenti così grandi da poter risolvere del tutto un singolo aspetto della nostra vita. Un esempio per tutti, l'emergenza abitativa nelle nostre città.
Restano due fatti: il primo, che tutte le misure qui elencate, contenute nel Protocollo Welfare e Pensioni, sono state approvate e concordate dai sindacati italiani; secondo, che questi provvedimenti sono il segno che questo governo opera per l'equità e la redistribuzione.
Detto questo i problemi restano e probabilmente una più chiara scala delle priorità aiuterebbe il governo e la sua maggioranza a utilizzare le poche risorse a disposizione per degli obiettivi chiari e condivisi.

domenica 7 ottobre 2007

PRESENTAZIONE

UNA NUOVA GENERAZIONE PER L’ITALIA DEL XXI SECOLO


L'Italia ha bisogno di essere cambiata. E' ormai giunto il momento che le generazioni emergenti assumano più peso in tutti i settori della vita pubblica nazionale. L'aria si sta facendo asfittica.
Il dibattito pubblico sembra sempre più incentrato su temi spesso lontani dai cittadini anziché proiettarsi sulle grandi questioni che dominano la scena globale: ambiente, multiculturalismo, società della conoscenza, mondo dei lavori, diritti individuali, conflitti.

C'è bisogno di una nuova ondata di mobilitazioni sui temi inerenti la liberalizzazione delle professioni, l'accesso al credito, il diritto alla casa, il diritto allo studio, la formazione permanente, la riforma del Welfare che abbia al centro le persone di oggi con i loro bisogni.

Riteniamo indispensabile una riforma della politica italiana a partire dai partiti che ne hanno dominato la scena fino a questo momento.
E' necessario abbattere i costi della politica ad ogni livello, dalle amministrazioni locali fino alle istituzioni più alte dello Stato, per riavvicinare gli italiani ai propri rappresentanti percepiti, spesso a ragione, come dei privilegiati. Non pensiamo però che una grande democrazia possa vivere senza i partiti. Siamo consapevoli inoltre che nel nostro Paese non esiste una sola casta ma che ci siano molte e diversie corporazioni con tanti, e costosi, privilegi . La democrazia ha però bisogno di essere finanziata.
Alla politica oggi spetta il compito di recuperare il suo rapporto con la società italiana; essa deve tornare a rappresentarne le fasce più deboli e i bisogni di larga parte della popolazione per fornire risposte concrete ai problemi quotidiani a partire dalle difficoltà date da un sempre crescente costo della vita. Per fare questo c'è bisogno di energie nuove in grado di rappresentare il proprio tempo utilizzando anche linguaggi nuovi, nel mondo della politica come in quello dell'economia e della cultura. Sì perché non è solo la politica ad avere subito l'usura del tempo negli ultimi anni. In ogni comparto della vita pubblica sono sempre le stesse persone a dominare la scena.
Devono entrare con più forza sulla scena i lavoratori precari, i giovani ricercatori, le imprese più innovative, i professionisti più validi, i nuovi soggetti sociali, le donne e tutti coloro che vivono e lavorano nel mondo della conoscenza. Con queste forze devono trovare una sintesi anche i lavoratori di tipo classico, dipendenti del settore pubblico e privato che da problematiche diverse vivono però quotidianamente le stesse ansie per il futuro, per il proprio o per quello dei propri figli.
Le società occidentali producono, inoltre, un sempre maggiore numero di esclusi che non riescono, per assenza di risorse finanziarie, per un’insufficiente assistenza socio-sanitaria e per assenza di un sufficiente bagaglio formativo, a ritrovare una collocazione in una società sempre più "esclusiva" e immobile, almeno quella italiana. Non possiamo non guardare con grande preoccupazione all’allarmante questione della disuguaglianza del reddito in Italia, che ci pone tra gli ultimi posti tra i paesi avanzati. Sì, perché pur essendo il nostro un paese economicamente avanzato, non si può affermare che abbia la stessa dinamicità delle altre grandi società europee.
Serve più Scuola, più università, più ricerca, un diverso modello di mobilità delle persone e delle merci, un investimento strategico nello sviluppo delle energie rinnovabili e, soprattutto una maggiore sicurezza sociale.
Serve premiare i meritevoli e i capaci senza dimenticarci che una società solidale deve impegnarsi affinché vi siano pari condizioni di partenza per tutte e tutti.
Per fare questo sono necessarie politiche pubbliche messe in atto con una chiara scala di priorità che una classe dirigente che fosse veramente tale dovrebbe essere in grado di individuare e perseguire con efficacia.
Riteniamo, inoltre, che per andare incontro alle esigenze del cittadino debba esserci una pubblica amministrazione snella ed efficiente in grado di fornire tutti i servizi necessari alla complessità e alle esigenze del nostro tempo.
Le forze che ovunque nel mondo si sono battute per tutto questo sono parte, nella larghissima maggioranza dei casi, del Pse e dell'Internazionale socialista.
In Italia, come in Europa, non può mancare nel panorama politico un soggetto autenticamente socialista e democratico che raccolga le istanze di progresso sociale e che non rinunci alla grande questione del cambiamento delle nostre società. Sino ad oggi questo ruolo è stato svolto dai partiti e dai movimenti che si sono riconosciuti nella grande famiglia del PSE e dell’IS.
Non possiamo negare che il socialismo europeo sia oggi attraversato da pulsioni diverse spesso divergenti, tuttavia non intendiamo rinunciare a questa dimora edificata negli anni con passione civile da tutti coloro che si sono battuti e si battono per una società più giusta.
In tal senso, certi della nostra identità e forti delle nostre radici, siamo disponibili a dialogare con tutte quelle forze che, seppur portatrici di differenti culture politiche, perseguono il medesimo obiettivo.