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La questione in oggetto non è particolarmente importante, è più utile ricordare alcuni fatti e citarne altri, per cercare di fornire elementi di valutazione dei due uomini politici, il monarca ed il presidente, visto che quest'ultimo è, da qualche tempo, asceso allo stato di icona di alcuni pezzi della sinistra internazionale.
Il 23 febbraio 1981 è la data che segna in Spagna il tentativo di bloccare la transizione verso la democrazia. Alle ore 18 nell'aula del Congresso dei Deputati si stavano svolgendo le votazioni per l'elezione del premier Sotelo. Poco dopo le 18,30 un manipolo di guardie civili con a capo il colonnello Antonio Tejero fece irruzione nell'aula parlamentare e, armi alla mano, intimò a tutti i presenti di restare ai loro posti. Non essendo stato eletto ancora eletto il premier, rappresentante del potere esecutivo, e tenendo in ostaggio il Congresso, sede del potere legislativo, i golpisti determinavano un vuoto di potere su cui instaurare un nuovo ordine.
Tra gli altri, quattro deputati vennero fatti allontanare dall'aula parlamentare: il presidente del governo uscente Adolfo Suàrez Gonzàles, il leader dell'opposizione Felipe Gonzàles Màrquez, il secondo in lista del PSOE, Alfonso Guerra Gonzàles e il leader del Partito Comunista Spagnolo Santiago Carrillo.
Nel frattempo altri due generali si sollevavano dichiarando lo stato d'emergenza tentando di convincere altri militari ad assecondare l'operazione.
Verso l'una del mattino del 24 febbraio il re Juan Carlos comparve in televisione, vestito con la divisa di capitano generale degli eserciti, per schierarsi contro i golpisti, difendere la Costituzione spagnola, ed esautorare i responsabili del putsch.
L'indisponibilità del re ad appoggiare il golpe permise di sgominarlo la notte stessa e, soprattutto, che la transizione dagli anni bui del franchismo alla democrazia si mettesse in atto.
La carriera politica del colonnello Hugo Rafael Chávez Frías inizia con un colpo di stato con cui tentò di rovesciare il legittimo presidente Carlos Andrés Pérez. Il golpe fallì causando, secondo le voci ufficiali del Ministero della Difesa, 14 morti e 53 feriti.
Chávez fu arrestato ed imprigionato. Il suo arresto suscitò un ampio movimento popolare che ne chiedeva la liberazione: riacquistò la libertà nel 1994 grazie a un'amnistia, ma dovette abbandonare le Forze Armate. Quattro anni dopo Hugo Chavèz diventa presidente del Venezuela.
Da quel momento la famiglia Chavez migliora profondamente il proprio stile di vita, logica conseguenza dell'incarico presidenziale a Hugo. Da una umile casa si trasferiscono in favolose fattorie nello stato di Barinas, una delle terre più fertili del paese: ben tremila ettari di terreno, che i Chavez hanno acquistano a basso prezzo dai vecchi proprietari, timorosi di essere sottoposti ad esproprio grazie alla riforma agraria e agli inviti del partito bolivariano, fondato da Chavèz, ai contadini di occupare i terreni considerati troppo grandi o abbandonati. Non sono mancate le denunce contro il governatore di Barinas (Hugo de los Reyes Chavez, padre di Hugo) per abuso di potere e corruzione.
Oltre a rendere migliore la situazione abitativa Hugo Chavèz ha profuso incarichi ai suoi congiunti: il fratello maggiore Adan è ministro dell'educazione, Narciso è plenipotenziario (ossia responsabile degli accordi tra Cuba e Venezuela), Anibal è sindaco di Sabaneta (città natale della famiglia), Argeny è segretario di stato a Barinas (incarico creato appositamente per lui nella regione venezuelana), Adelis è consigliere d’amministrazione di una banca privata che gestisce i fondi del governo (la Sofitasa).
Oltre a rendere migliore la situazione abitativa Hugo Chavèz ha profuso incarichi ai suoi congiunti: il fratello maggiore Adan è ministro dell'educazione, Narciso è plenipotenziario (ossia responsabile degli accordi tra Cuba e Venezuela), Anibal è sindaco di Sabaneta (città natale della famiglia), Argeny è segretario di stato a Barinas (incarico creato appositamente per lui nella regione venezuelana), Adelis è consigliere d’amministrazione di una banca privata che gestisce i fondi del governo (la Sofitasa).
L'arrivo del Presidente a Palazzo Miraflores pare abbia determinato, inoltre, un aumento delle spese del 1500% dal suo primo mandato. Vengono spesi 1.000 dollari al giorno per preparare i pasti del Presidente, 250 mila dollari sono stati spesi per i vestiti e le scarpe, 40 mila per i suoi profumi. Per i viaggi vengono spesi 5 milioni di dollari l'anno, mentre per i ricevimenti a Palazzo 2 milioni di dollari.
La scorsa estate un articolo apparso su "La Repubblica" (10 giugno 2007, pagina 19) riportava alcuni di questi aspetti, tra cui, le spese sostenute a palazzo, il Presidente Chavez, venutone a conoscenza, durante la trasmissione "Alò Presidente" (suo programma televisivo personale, che dura anche parecchie ore) ha risposto citando dati mai riportati dal quotidiano, rigirando il discorso su un'icona (vecchia oltre 100 anni) appartenuta ad un eroe nazionale venezuelano, Pedro Pérez Delgado detto Maisanta.
La scorsa estate un articolo apparso su "La Repubblica" (10 giugno 2007, pagina 19) riportava alcuni di questi aspetti, tra cui, le spese sostenute a palazzo, il Presidente Chavez, venutone a conoscenza, durante la trasmissione "Alò Presidente" (suo programma televisivo personale, che dura anche parecchie ore) ha risposto citando dati mai riportati dal quotidiano, rigirando il discorso su un'icona (vecchia oltre 100 anni) appartenuta ad un eroe nazionale venezuelano, Pedro Pérez Delgado detto Maisanta.
Per quel che riguarda il rapporto tra governo ed informazione sarebbe utile capire meglio la visione di pluralismo e democrazia che il figlioccio di Fidel Castro ha in mente: da quando Chavez è stato eletto per la seconda volta Presidente del Venezuela (Rep. Bolivariana del Venezuela), il numero di canali legati al governo sono aumentati da due (Venezolana de Televisión e ANTV) a cinque (più i canali Vive, Telesur e la recente Televisora Venezolana Social).
I più importanti canali privati nazionali, non soggetti al controllo governativo, che trasmettono via antenna sono Televen, Venevisión (vengono esclusi dalle critiche governative i vari canali di sola musica come Puma TV - in via d'acquisto da parte del governo - e di solo sport come Meridiano Televisión), mentre quelli che trasmettono via cavo sono Globovision, Canal de Noticias (entrambe televisioni di solo notizie e di approfondimento, ma in opposizione al governo) ed in ultimo RCTV.
I più importanti canali privati nazionali, non soggetti al controllo governativo, che trasmettono via antenna sono Televen, Venevisión (vengono esclusi dalle critiche governative i vari canali di sola musica come Puma TV - in via d'acquisto da parte del governo - e di solo sport come Meridiano Televisión), mentre quelli che trasmettono via cavo sono Globovision, Canal de Noticias (entrambe televisioni di solo notizie e di approfondimento, ma in opposizione al governo) ed in ultimo RCTV.
Quest'ultimo è il canale più antico del Venezuela (oltre 50 anni di trasmissioni), recentemente è stato recentemente "oscurato" dalle frequenze nazionali, non essendogli stata rinnovata la concessione di trasmissione. Le accuse mosse nei confronti dell'emittente televisiva di opposizione sono di continua violazione della legge di responsabilità civile dei media (che limita pornografia e violenza), di aver appoggiato il golpe del 2002, di campagna persistente mirata al rovesciamento violento del governo e di essere finanziati da un paese straniero (e precisamente dalla CIA). Accuse queste ultime non suffragate da prove.
Forti sono le critiche per la legge per la tutela dei minori e di responsabilità dei media, emenata in seguito al tentativo di golpe del 2002, che vieta la trasmissione di immagini violente prima delle dieci di sera. Ciò riduce la possibilità d'informazione ai cittadini venezuelani in caso di scontri violenti tra polizia e cittadinanza stessa. In seguito a queste nuove leggi di tutela, i canali come Televen e Venevision, per il loro rigoroso rispetto, ora vengono ben considerati dal governo.
Forti sono le critiche per la legge per la tutela dei minori e di responsabilità dei media, emenata in seguito al tentativo di golpe del 2002, che vieta la trasmissione di immagini violente prima delle dieci di sera. Ciò riduce la possibilità d'informazione ai cittadini venezuelani in caso di scontri violenti tra polizia e cittadinanza stessa. In seguito a queste nuove leggi di tutela, i canali come Televen e Venevision, per il loro rigoroso rispetto, ora vengono ben considerati dal governo.
Molto altro ci sarebbe da dire, come sull'utilizzo della polizia metropolitana durante la manifestazione dell'11 aprile 2002, in cui vennero esplosi colpi ad alzo zero contro i menifestanti, oppure di come i dati dei firmatari del "Referendum Revocatorio" o "Referendum Ratificatorio" per una destituzione popolare del Presidente in carica (il tutto permesso dalla Costituzione Bolívariana del 1999 voluta dal Presidente Chávez), siano stati utilizzati per limitare i diritti civili dei firmatari stessi (tra cui molti nostri connazionali).
Sicuramente Juan Carlos, il monarca, non può essere ripreso come paladino della sinistra o, più semplicemente, come il difensore della democrazia, ma siamo certi che Chavèz si meriti quell'alone di santità antisistema, di "compagno integgerrimo" tanto cara ad una certa sinistra italiana? Siamo sicuri che sia necessario, sempre per quella certa sinistra, cosiddetta antagonista, propagandare miti che, se visti più attentamente, assomigliano molto agli stessi che nelle piazze del nostro paese vengono presentati come il nemico da abbattere?
E' fantastico sperare che un giorno "un'altro mondo sia possibile", sarebbe auspicabile credere che da subito si possa pensare in un altro modo...
1 commento:
Dio e popolo, allora!
un saluto,
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