venerdì 30 novembre 2007

Intervallo...

Per una pausa ri-generante. Vi ricorda qualcosa?
Probabilmente questo ha un contenuto più eccitante

martedì 27 novembre 2007

ANNAPOLIS, AL VIA I NEGOZIATI DI PACE.


Dal corriere.it: Alla fine l'intesa per partire è arrivata. A pochi minuti dall'inizio della conferenza di Annapolis israeliani e palestinesi hanno raggiunto l'accordo su un documento comune che delinea la cornice dei futuri negoziati per la pace in Medio Oriente. Le due parti hanno concordato di avviare «immediatamente» i negoziati per arrivare a un accordo di pace «entro il 2008», quindi entro la fine del mandato di Bush. Lo ha annunciato lo stesso presidente americano aprendo i lavori, dopo il colloquio con il premier israeliano Olmert e il leader dell’Anp Abu Mazen. Il primo incontro si terrà il 12 dicembre quando si riunirà per la prima volta la commissione congiunta israelo-palestinese. Nel quadro degli sforzi per raggiungere l'obiettivo di «due Stati sovrani che vivono in pace l'uno accanto all'altro» i due leader si incontreranno «su base bisettimanale per seguire lo sviluppo dei negoziati».
Abu Mazen: «Il futuro Stato Palestinese dovrà avere Gerusalemme est come capitale» ha ribadito Mahmud Abbas. «Vorrei che ognuno mettesse la sua esperienza per superare le sfide sul cammino della pace. Vogliamo la pace, che è il bene per noi e per voi. Pace e libertà sono un diritto per noi e per voi, guardiamo insieme al futuro con fiducia e speranza in modo che questa terra così sofferta, in modo che la pace non sia così impossibile, se c'è speranza e desiderio noi raggiungeremo questo scopo. Non dobbiamo perdere questa occasione, potrebbe non ripresentarsi, più pensiamo al futuro dei nostri bambini».
Ehud Olmert:«affronteremo tutte le questioni che sono state finora evase, lo faremo direttamente, apertamente e coraggiosamente. Non ho alcun dubbio che la realtà creata nella nostra regione nel 1967 cambierà in modo significativo. Sarà un processo estremamente difficile per molti di noi, ma cionondimeno è inevitabile, lo sappiamo e siamo pronti. E' arrivato il momento di fare la pace».


Al di là di tutto quello che è accaduto in tutti questi anni, delle ragioni negate e dei torti gridati; al di là del fatto che G. W. Bush non potrà mai essere ricordato come un uomo di pace; oltre le sacrosante ragioni di parte, che necessariamente, se si vuole costruire qualcosa, devono essere sostenute con uno spirito capace anche di vederle affermate solo in parte…speriamo, con tutto il cuore e con tutta la ragione, che questa sia la volta buona.

lunedì 26 novembre 2007

IL PARLAMENTO EUROPEO AGLI STATI MEMBRI: ADOTTATE SALARIO MINIMO CONTRO POVERTÀ

Il Parlamento europeo ha adottato, giovedì 15 novembre, ad ampia maggioranza (345 voti contro 2 astensioni), la relazione d'iniziativa presentata da Elizabeth Lynne (ALDE, Regno Unito) intitolata "Bilancio della realtà sociale". Il Parlamento chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di perseguire "un obiettivo ambizioso volto a ridurre la povertà, in particolare tra le persone attive, in Europa".
La Risoluzione rivolge un appello agli Stati membri affinché istituiscano un salario minimo degno "per rendere il lavoro finanziariamente redditizio", combattano la povertà dei bambini e procedano a scambi di buone pratiche in vista d'incoraggiare i giovani a non abbandonare la scuola prima di aver acquisitole competenze necessarie per raggiungere il mercato del lavoro.
Il Parlamento si rallegra inoltre della proposta della Commissione europea di fare del 2010 l'anno europeo della lotta contro la povertà e l'esclusione sociale, e di quella relativa a una direttiva che preveda sanzioni contro i datori di lavoro di paesi terzi in soggiorno irregolare "per evitare lo sfruttamento dei lavoratori più vulnerabili".
"Nessuno emendamento della plenaria è stato portato alla relazione della commissione parlamentare degli Affari sociali e dell'occupazione del PE", ha osservato Elizabeth Lynne, che si è altresì rallegrata della "cooperazione molto stretta su questo dossier" della Commissione europea e dellaPresidenza portoghese dell'UE "che ha fatto della politica sociale una priorità in Europa". "La sfida che dobbiamo raccogliere in Europa, è l'equità, la speranza persa, il fatto di continuare a vivere senza doni, senza elemosina", ha commentato la signora Lynne presentando la sua relazione ai deputati europei.
Una situazione incredibile "mentre siamo nel 2007, celebriamo i 50 anni del Trattato di Roma, i 50 anni di una crescita economica e nonostante questo, oltre 72 milioni di cittadini continuano a vivere nella povertà, e il divario tra ricchi e poveri cresce sempre di più e si estende in molti Stati membri".
Il nostro obiettivo è chiaro: nessuno deve essere dimenticato. La visione dell'Europa, è la libertà per tutti, è offrire a tutti le stesse opportunità di avere un lavoro", ha esclamato Elizabeth Lynne aggiungendo che "l'uguaglianza è complessa e una prevenzione rapida è vitale".
Elizabeth Lynne ha ritenuto inoltre "scandaloso che cinque Stati membri non abbiano un salario minimo e negli altri, è talmente basso che l'8% della popolazione soffre di una povertà legata all'assenza di lavoro!"
Tutto bene, quindi? La risoluzione però, non ha valore legislativo.
Lynne ha concluso dicendo che l'Europa sta perdendo la battaglia contro la povertà e l'esclusione sociale.
Se volete dire la vostra, vi segnaliamo che la Commissione Europea ha aperto una procedura di consultazione che si chiuderà il 15/02/2008.
La Commissione si avvale dello strumento della consultazione pubblica per rivedere le sue proposte (secondo il Diritto Comunitario è alla Commissione che spetta l’iniziativa legislativa).
I contributi verranno tutti pubblicati, a meno che non si sia specificato il contrario.
Per maggiori dettagli collegatevi qui.
Per Vladimir Spidla, che è appunto il Commissario europeo agli Affari sociali e all'Occupazione, serve "la volontà politica di combattere l'esclusione, bisogna trasporre i vari obiettivi sociali nelle legislazioni nazionali appropriate, e se necessario avviare procedure d'infrazione contro gli Stati membri che violano queste legislazioni".
Ha annunciato che la Commissione avrebbe:
1) proposto principi comuni sull'inclusione sociale sotto forma di raccomandazioni della Commissione. Questo è previsto per la seconda metà del 2008;
2) presentato, tra qualche settimana, nuove misure per promuovere l'integrazione delle persone disabili,
3) adottato, prima dell'estate 2008, una proposta volta a colmare il divario attuale in materia di protezione disposto dall'articolo 13 del Trattato (antidiscriminazione).
"La realtà sociale sta evolvendo, cambiando. Sono convinto che il concetto di base, vale a dire l'equilibrio tra l'economia e gli aspetti sociali, ecologici e ambientali, resta primario. Spetta a voi trovare le misure giuste per superare i problemi attuali", ha concluso il Commissario.

Il tutto quando 78 milioni di cittadini comunitari vivono al di sotto della soglia di povertà.

Indennità di disoccupazione per i Precari. La proposta c'è ma i giornali non ne parlano.


In pochi lo sanno ma la proposta di istituire un'indennità di disoccupazione per i precari c'è. L'hanno fatta gli esponenti del Partito socialista guidato da Boselli, Angius ed altri durante la discussione sulla legge finanziaria al Senato. La proposta vincola l'erogazione dell'indennità alla partecipazione a programmi di riqualificazione professionale e reinserimento lavorativo. In soldoni vuol dire che chi percepisce questo assegno dovrà partecipare a corsi professionali ed accettare le proposte di lavoro, corrispondenti alla sua qualifica, che gli verranno eventualmente offerte. Il provvedimento inoltre non andrebbe neanche ad incidere sulla spesa pubblica poiché verrebbe sperimentato per i primi due anni con le risorse inutilizzate del Fondo sociale europeo dalle Regioni. Sono politiche nate in Danimarca e utilizzate in tutto il resto d'Europa sotto la spinta dei partiti membri del Pse. Si chiama flexsecurity ed è un modo per rendere la flessibilità uno strumento per lo sviluppo in grado di valorizzare anche i lavoratori senza caricarli, come avviene invece da noi, dei costi della competitività. Nessun giornale, nessun tg o altri mezzi di informazione hanno informato l'opinione pubblica di questa proposta messa in campo dai socialisti. Crediamo sia sbagliato non parlare di un provvedimento che riguarda milioni di nostri lavoratori, molti dei quali giovani, senza mettere i cittadini nella condizioni di conoscere una proposta anche se avanzata da un piccolo gruppo di parlamentari.

venerdì 23 novembre 2007

RigenereRai

Certo non stupisce molto quanto si apprende dai resoconti delle intercettazioni comparsi su la Repubblica in merito alle collusioni Rai - Mediaset. Il fatto è però che ormai non ci stupiamo più di nulla. I nostri dirigenti ci hanno abituati a tante e tali bassezze che quando salta fuori l'ennesimo scandalo sembra sempre che non si sia scoperta l'acqua calda ma che tutto quanto fosse noto da tempo. Forse si è alzata molto la nostra soglia di tolleranza, come ha scritto più volte Ilvo Diamanti, ma certo è che più si va avanti e più il nostro amato e odiato Belpaese appare sempre di più come una causa persa. "Non può finì così, nun deve finì così" diceva Claudio Amendola nel film "Ultras". Ecco questo deve essere il nostro grido di battaglia. Organizziamoci non c'è più molto tempo da perdere.

mercoledì 21 novembre 2007

Avanti Savoia II - re travicelli e re carotoni

Stendiamo su presto
il rosso tappeto.
Apriamo la strada
al re Sottaceto.
E' bello, è gioviale,
non è materiale.
I soldi sudati
mangiando Saclà
lui stesso li dona
a chi non ne ha.
Su popolo vile,
vigliacca plebaglia,
non stare a magnare
l'infame brodaglia:
dè, corri veloce
al Conàd vicino
e segui l'esempio
del buon principino.
Ma quale Custoza
ma quale Unità.
La storia si onora
acquistando Saclà.
Tu vil mazziniano,
tu anarchico strano,
se vuoi ribellarti,
non serve sparare.
Un sedan biologico
or puoi comperare.
La stirpe rientra,
la storia è ripresa.
Su vieni felice
a fare la spesa.
E dentro lo stemma
lì sopra il portone
non croce sabauda
ma un bel carotone.


Giovanni Ferrari

AVANTI SAVOIA...

da repubblica.it: I Savoia chiedono all'Italia 260 milioni"E' il risarcimento per 54 anni di esilio"

ROMA - I Savoia chiedono 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per i danni morali subìti in 54 anni di esilio: 170 milioni li vuole Vittorio Emanuele; 90 suo figlio Emanuele Filiberto. Ma non è tutto: oltre agli interessi sulle somme richieste, i Savoia vogliono anche la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana.

Rino Gaetano (ottimo lo speciale di Minoli lunedì sera) diceva che l'Italia è un paese divertente...anzi che non ce n'era uno più divertente del nostro. Dobbiamo dare atto che il cantautore, troppo prematuramente scomparso, non solo aveva ragione da vendere, ma era anche riuscito a vedere la nostra realtà nazionale meglio e molto prima di chiunque altro.
Come non definire la spudorata richiesta degli ex-regnanti se non come un fantastico spunto per qualche numero da avanspettacolo? Roba che nemmeno il miglior Lino Banfi, ai tempi del Teatro Volturno di Roma, sarebbe stato capace di immaginare.
Tra i motivi della richiesta di risarcimento avanzata da Emanuele Filiberto ci sarebbero "i danni morali subìti durante l'esilio per la violazione dei diritti dell'uomo stabiliti così come stabilito nella Convenzione Europea del 1948".
Al di là delle questioni di opportunità storica (il 10 novembre del 1938 il re d'Italia Vittorio Emanuele III con la sua firma rende operativo il Manifesto della Razza, dando il via alle persecuzioni per gli ebrei italiani) sarebbe il caso di rammentare sommariamente al principe che negli ultimi anni questa famiglia in quanto a danni, morali e non, ne ha fatti abbastanza.
Al giovane rampollo bisognerebbe ricordare che la morte di Dirk Hamer sull'isola di Cavallo il 18 agosto 1978, venne causata dal padre che, ubriaco, voleva risolvere un litigio a forza di fucilate. Oppure bisognerebbe fargli rileggere come il venerando padre tirava sul prezzo contrattando rapporti sessuali a pagamento, o l'idea che Vittorio Emanuele ha della beneficenza (intercettazioni dell'inchiesta di Potenza).
Diciamo che la Repubblica Italiana potrebbe risolvere la questione donando tre copie di una qualsiasi antologia di storia per le scuole elementari a lui, al padre e alla di lui consorte; se leggendo questa, il rampollo riterrebbe ancora valide le ragioni per avanzare la richiesta di risarcimento, sempre la Repubblica Italiana potrebbe rivedere la scelta d'aver permesso ai Savoia di rientrare sul suolo patrio.


lunedì 19 novembre 2007

"MANIFESTO DI BIOETICA LAICA"

Domenica, 25 novembre 2007, presso la Sala della Casa Valdese, in corso Vittorio Emanuele II 23, a Torino, si svolgerà il Convegno nazionale “Manifesto di bioetica laica”, organizzato dalla Consulta Torinese per la laicità delle Istituzioni, in cui i più qualificati esponenti della bioetica laica italiana presenteranno e illustreranno il
NUOVO MANIFESTO DI BIOETICA LAICA.

Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni

Sede legale: via Avigliana 42, 10138 Torino (TO)
tel/fax: +39.011.4341952

Convegno "MANIFESTO DI BIOETICA LAICA"

DOMENICA 25 NOVEMBRE 2007
Salone della Casa Valdese,
corso Vittorio Emanuele II 23, Torino.
PROGRAMMA:
ore 09,00 Saluto delle Istituzioni
Introduzione: Tullio Monti - Coordinatore della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni
Presentazione del Manifesto: Maurizio Mori - Professore di Bioetica, Università di Torino
Interventi di:
Carlo Augusto Viano - Professore Emerito dell'Università di Torino
Eugenio Lecaldano - Professore Ordinario di Filosofia Morale, Università di Roma
Alberto Piazza - Professore Ordinario di Genetica Umana, Università di Torino
Patrizia Borsellino - Professore Ordinario di Filosofia del Diritto, Università di Milano
ore 13,00 - 14,30 pausa buffet

ore 14,30:Interventi di:
Aldo Fasolo - Professore Ordinario di Biologia, Università di Torino
Sergio Rostagno - Professore Emerito della Facoltà Valdese di Teologia
Gianni Vattimo - Professore di Filosofia Teoretica, Università di Torino
Carlo Flamigni - Professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia, Università di Bologna
Demetrio Neri - Professore Ordinario di Bioetica, Università di Messina
Claudia Mancina - Professore di Filosofia, Università di Roma

ore 17,30: Interventi conclusivi:
Marco Cappato, Europarlamentare e Presidente dell'Associazione Luca Coscioni
Magda Negri, Senatrice
Valdo Spini, Deputato

Oltre 7 milioni di lavoratori vivono con meno di 1000 euro. Oltre 1 milone e 600mila i poveri tra i giovani



IRES-CGIL: OLTRE 7 MLN VIVONO CON MENO 1000 DI EURO/MESE
ALLARME GIOVANI: OLTRE 1MLN E 600 I POVERI

Sono 7,3 milioni i lavoratori in Italia che guadagnano meno di 1000 euro al mese, oltre 14 milioni quelli che vivono con meno di 1.300 euro. I dati emergono dal rapporto "su salari e produttivita' in Italia e in Europa" dell'Ires-Cgil.
La situazione peggiora al Sud, dove un lavoratore guadagna in
media 969 euro di salario netto mensile (-13,4% rispetto al
dipendente standard); tra i dipendenti delle piccole imprese
(-26,2%); tra gli immigrati (-26,9%); per le donne (-17,9%) e per
i giovani di eta' compresa tra i 15 e i 34 anni (-27,1%).
E ancora, l'indagine porta alla luce una "questione
giovanile". Secondo l'indagine, infatti, un apprendista di
eta' compresa tra i 15 e i 24 anni guadagna in media 736 euro
netti mensili. Un collaboratore occasionale, tra i 15 e i 34
anni, guadagna mediamente 768 euro netti mensili. Un cocopro o
cococo tra i 15 e i 34 anni ne guadagna 899.
Anche secondo gli ultimi dati Istat, sottolinea il
rapporto, 1 milione e 678mila giovani tra i 18 e i 34 anni
(ovvero il 13,7%) sono poveri, percentuale superiore alla media
(13,1%).

per consultare la tabella:

domenica 18 novembre 2007

IN CHE SENSO?


Berlusconi: «Oggi nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo della libertà: il partito del popolo italiano, basta con i parrucconi della politica.» (dal corriere.it)
Vabbè dopo il "tovarish" Oliviero Diliberto che voleva far traslocare la salma di Lenin in Italia, segnaliamo lo smemorato di Cologno, come felicemente l'ha ribattezzato Fiorello, che rispolvera un suo vecchio cavallo di battaglia: delegittimare la politica presentandosi come la novità.
Evidentemente s'è scordato che da appena quattordici anni, e dopo tre mandati da presidente del consiglio (maggio 1994/gennaio 1995 - giugno 2001/aprile 2005 - aprile 2005/maggio 2006) fa ormai pienamente parte di quel cosiddetto teatrino della politica da lui tanto dileggiato...a parole.

mercoledì 14 novembre 2007

VIVA IL RE!!

Nei giorni scorsi la cronaca politica internazionale ha visto scontrarsi, al vertice di stato tra la Spagna ed i paesi latinoamericani, il re Juan Carlos ed il presidente Hugo Chavez. Alla base dello scontro ci sono le accuse proferite dal presidente venezuelano all'ex premier iberico Aznar, imputato di essere tra coloro che appoggiarono il golpe civico militare del 2002 volto a rovesciare il presidente sudamericano.
La questione in oggetto non è particolarmente importante, è più utile ricordare alcuni fatti e citarne altri, per cercare di fornire elementi di valutazione dei due uomini politici, il monarca ed il presidente, visto che quest'ultimo è, da qualche tempo, asceso allo stato di icona di alcuni pezzi della sinistra internazionale.


Il 23 febbraio 1981 è la data che segna in Spagna il tentativo di bloccare la transizione verso la democrazia. Alle ore 18 nell'aula del Congresso dei Deputati si stavano svolgendo le votazioni per l'elezione del premier Sotelo. Poco dopo le 18,30 un manipolo di guardie civili con a capo il colonnello Antonio Tejero fece irruzione nell'aula parlamentare e, armi alla mano, intimò a tutti i presenti di restare ai loro posti. Non essendo stato eletto ancora eletto il premier, rappresentante del potere esecutivo, e tenendo in ostaggio il Congresso, sede del potere legislativo, i golpisti determinavano un vuoto di potere su cui instaurare un nuovo ordine.
Tra gli altri, quattro deputati vennero fatti allontanare dall'aula parlamentare: il presidente del governo uscente Adolfo Suàrez Gonzàles, il leader dell'opposizione Felipe Gonzàles Màrquez, il secondo in lista del PSOE, Alfonso Guerra Gonzàles e il leader del Partito Comunista Spagnolo Santiago Carrillo.
Nel frattempo altri due generali si sollevavano dichiarando lo stato d'emergenza tentando di convincere altri militari ad assecondare l'operazione.
Verso l'una del mattino del 24 febbraio il re Juan Carlos comparve in televisione, vestito con la divisa di capitano generale degli eserciti, per schierarsi contro i golpisti, difendere la Costituzione spagnola, ed esautorare i responsabili del putsch.
L'indisponibilità del re ad appoggiare il golpe permise di sgominarlo la notte stessa e, soprattutto, che la transizione dagli anni bui del franchismo alla democrazia si mettesse in atto.
La carriera politica del colonnello Hugo Rafael Chávez Frías inizia con un colpo di stato con cui tentò di rovesciare il legittimo presidente Carlos Andrés Pérez. Il golpe fallì causando, secondo le voci ufficiali del Ministero della Difesa, 14 morti e 53 feriti.
Chávez fu arrestato ed imprigionato. Il suo arresto suscitò un ampio movimento popolare che ne chiedeva la liberazione: riacquistò la libertà nel 1994 grazie a un'amnistia, ma dovette abbandonare le Forze Armate. Quattro anni dopo Hugo Chavèz diventa presidente del Venezuela.
Da quel momento la famiglia Chavez migliora profondamente il proprio stile di vita, logica conseguenza dell'incarico presidenziale a Hugo. Da una umile casa si trasferiscono in favolose fattorie nello stato di Barinas, una delle terre più fertili del paese: ben tremila ettari di terreno, che i Chavez hanno acquistano a basso prezzo dai vecchi proprietari, timorosi di essere sottoposti ad esproprio grazie alla riforma agraria e agli inviti del partito bolivariano, fondato da Chavèz, ai contadini di occupare i terreni considerati troppo grandi o abbandonati. Non sono mancate le denunce contro il governatore di Barinas (Hugo de los Reyes Chavez, padre di Hugo) per abuso di potere e corruzione.
Oltre a rendere migliore la situazione abitativa Hugo Chavèz ha profuso incarichi ai suoi congiunti: il fratello maggiore Adan è ministro dell'educazione, Narciso è plenipotenziario (ossia responsabile degli accordi tra Cuba e Venezuela), Anibal è sindaco di Sabaneta (città natale della famiglia), Argeny è segretario di stato a Barinas (incarico creato appositamente per lui nella regione venezuelana), Adelis è consigliere d’amministrazione di una banca privata che gestisce i fondi del governo (la Sofitasa).
L'arrivo del Presidente a Palazzo Miraflores pare abbia determinato, inoltre, un aumento delle spese del 1500% dal suo primo mandato. Vengono spesi 1.000 dollari al giorno per preparare i pasti del Presidente, 250 mila dollari sono stati spesi per i vestiti e le scarpe, 40 mila per i suoi profumi. Per i viaggi vengono spesi 5 milioni di dollari l'anno, mentre per i ricevimenti a Palazzo 2 milioni di dollari.
La scorsa estate un articolo apparso su "La Repubblica" (10 giugno 2007, pagina 19) riportava alcuni di questi aspetti, tra cui, le spese sostenute a palazzo, il Presidente Chavez, venutone a conoscenza, durante la trasmissione "Alò Presidente" (suo programma televisivo personale, che dura anche parecchie ore) ha risposto citando dati mai riportati dal quotidiano, rigirando il discorso su un'icona (vecchia oltre 100 anni) appartenuta ad un eroe nazionale venezuelano, Pedro Pérez Delgado detto Maisanta.
Per quel che riguarda il rapporto tra governo ed informazione sarebbe utile capire meglio la visione di pluralismo e democrazia che il figlioccio di Fidel Castro ha in mente: da quando Chavez è stato eletto per la seconda volta Presidente del Venezuela (Rep. Bolivariana del Venezuela), il numero di canali legati al governo sono aumentati da due (Venezolana de Televisión e ANTV) a cinque (più i canali Vive, Telesur e la recente Televisora Venezolana Social).
I più importanti canali privati nazionali, non soggetti al controllo governativo, che trasmettono via antenna sono Televen, Venevisión (vengono esclusi dalle critiche governative i vari canali di sola musica come Puma TV - in via d'acquisto da parte del governo - e di solo sport come Meridiano Televisión), mentre quelli che trasmettono via cavo sono Globovision, Canal de Noticias (entrambe televisioni di solo notizie e di approfondimento, ma in opposizione al governo) ed in ultimo RCTV.
Quest'ultimo è il canale più antico del Venezuela (oltre 50 anni di trasmissioni), recentemente è stato recentemente "oscurato" dalle frequenze nazionali, non essendogli stata rinnovata la concessione di trasmissione. Le accuse mosse nei confronti dell'emittente televisiva di opposizione sono di continua violazione della legge di responsabilità civile dei media (che limita pornografia e violenza), di aver appoggiato il golpe del 2002, di campagna persistente mirata al rovesciamento violento del governo e di essere finanziati da un paese straniero (e precisamente dalla CIA). Accuse queste ultime non suffragate da prove.
Forti sono le critiche per la legge per la tutela dei minori e di responsabilità dei media, emenata in seguito al tentativo di golpe del 2002, che vieta la trasmissione di immagini violente prima delle dieci di sera. Ciò riduce la possibilità d'informazione ai cittadini venezuelani in caso di scontri violenti tra polizia e cittadinanza stessa. In seguito a queste nuove leggi di tutela, i canali come Televen e Venevision, per il loro rigoroso rispetto, ora vengono ben considerati dal governo.
Molto altro ci sarebbe da dire, come sull'utilizzo della polizia metropolitana durante la manifestazione dell'11 aprile 2002, in cui vennero esplosi colpi ad alzo zero contro i menifestanti, oppure di come i dati dei firmatari del "Referendum Revocatorio" o "Referendum Ratificatorio" per una destituzione popolare del Presidente in carica (il tutto permesso dalla Costituzione Bolívariana del 1999 voluta dal Presidente Chávez), siano stati utilizzati per limitare i diritti civili dei firmatari stessi (tra cui molti nostri connazionali).
Sicuramente Juan Carlos, il monarca, non può essere ripreso come paladino della sinistra o, più semplicemente, come il difensore della democrazia, ma siamo certi che Chavèz si meriti quell'alone di santità antisistema, di "compagno integgerrimo" tanto cara ad una certa sinistra italiana? Siamo sicuri che sia necessario, sempre per quella certa sinistra, cosiddetta antagonista, propagandare miti che, se visti più attentamente, assomigliano molto agli stessi che nelle piazze del nostro paese vengono presentati come il nemico da abbattere?

E' fantastico sperare che un giorno "un'altro mondo sia possibile", sarebbe auspicabile credere che da subito si possa pensare in un altro modo...

martedì 13 novembre 2007

Giù l'IVA, in alto...i cuori!

di Marco Zatterin (da La Stampa.it)

Troppe tasse sui condom, o profilattici, o preservativi, o come volete: ci sono tanti nomi quanti partiti politici. Il gruppo socialista del Parlamento europeo, il secondo più numeroso all’assemblea di Strasburgo, ha lanciato ieri una petizione per arrivare a presentare il primo dicembre, Giornata mondiale per la lotta all’Aids, un appello ai governi perché riducano l’Iva su quello che probabilmente è il sistema anticoncenzionale più diffuso e affermato del pianeta.
La normativa europea prevede che su questo delicato articolo ci sia un’imposta minima del 5 per cento e attribuisce agli stati la facoltà di decidere autonomamente il livello dell’imposta. In alcuni paesi, notano i socialisti, si arriva al 25 per cento (vedi Svezia e Danimarca).
Il vicepresidente del Pse, Jan Marinus Wiersma, spiega la mossa ricordando che, secondo la World Health Organisation (Organizzazione mondiale della Sanità), la diffusione del virus HIV sta crescendo nelle regioni europee. Nel vecchio continente, solo nel 2005, sono stati diagnosticati 26.984 nuovi casi. Quasi tutti di matrice eterossessuale.
L’idea non piace allo schieramento rivale dei socialisti, il Partito popolare europeo, le cui convinzioni cristiane impediscono di sostenere apertamente la contraccezione. Vale per l’Italia come per la Scandinavia. Tutto il mondo è paese anche se poi ti muore un parente per l’Aids.
Certo non è questa la soluzione del problema e fa venire i brividi l’idea che si debba discutere se un profilattico sia di destra o di sinistra.

Ma chi avesse voglia può andare a firmare (leggete sotto):

Join the campaign to cut VAT on condoms, a worthy cause if ever there was one!
There's a real chance the European Ministers may move on this, if weget enough people behind the campaign you may be able to enjoy safeloving at a fraction of the current cost!

lunedì 12 novembre 2007

Ernesto Nathan un grande laico, un grande sindaco, un unico interesse: la cosa pubblica



A. L. C. R. A. S. associazione laica centri regionali di azione sociale

Circolo Culturale Ernesto Nathan di Roma

Associazione Nazionale del Libero Pensiero" Giordano Bruno

Venerdì 23 novembre 2007
ore 18.00 Via Aldo Manuzio, 91 Roma
Conferenza della prof. Maria Mantello

Ernesto Nathan un grande laico, un grande sindaco un unico interesse: la cosa pubblica

Per informazioni tel: 065744620; 3297481111 –e.mail: liberopensiero.giordanobruno@fastwebnet.it

Cittadinanza europea e Bilancio, ovvero né veramente rappresentati e né propriamente tassati

Che dire, da noi il più famoso blogger è il ministro Clem Mastella, mentre a Bruxelles la Commissaria Europea alla Programmazione Finanziaria e Bilancio apre un blog di dibattito sul futuro Bilancio comunitario.


Consapevoli che si arriva a questo anche - e soprattutto - perché la barca fa acqua, segnaliamo almeno lo sforzo.

Personalmente, spero si risolva l'annoso problema dei Fondi di Aiuto allo Sviluppo, che sono attualmente fuori dal Bilancio. Ed il resto conto di dirlo a lei...
Nella foto, quello che dovrebbe essere l'autore della frase "No taxation without Representation", Jonathan Mayhew.

Which priorities for Europe - debate the EU budget!
The Commissioner for Financial Programming and Budget has just opened an internet discussion forum on her site: http://blogs.ec.europa.eu/grybauskaite/
Questions up for discussion include:
Which projects should the EU focus on?
What is the best way to finance the EU budget?
Should there be an EU tax* or should the present system be changed in some other way?
(Read the message from the Commissioner below).


Hello all,I have created an interactive forum on my website for anyone who has thoughts about the EU budget – stop by and share your opinion, make your voice heard. As you probably know, the EU budget is used for many different things.Today, about two thirds of the budget comes from contributions from the Member States.
You are very welcome to discuss these and other related issues on my site, where you also can learn more about the EU budget:http://blogs.ec.europa.eu/grybauskaite/
I am very interested in finding out your opinion.
Kind regards,
Dr. Dalia Grybauskaitė,
EU Commissioner

IL PROBLEMA NON E' LA CADUTA MA L'ATTERRAGGIO.


Questa è la storia di un uomo
che cade da un palazzo
di cinquanta piani.
Mano a mano che cadendo
passa da un piano all'altro
il tizio, per farsi coraggio, si ripete:
"Fino a qui tutto bene.
Fino a qui tutto bene.
Fino a qui tutto bene."
Il problema non è la caduta ma l' atterraggio.

(L' Odio - Mathieu Kassovitz)


L'unica cosa certa nel bailamme di ieri, tra scene di violenza diffusa e commentatori che si ergono a grandi conoscitori della nostra società, è che un ragazzo di 28 anni è morto. Gabriele Sandri, giovane dj del piper è stato freddato da un colpo alla nuca mentre era seduto in auto, e si stava recando a vedere una partita di calcio.
Il resto conta poco, ma è sul resto che bisogna interrogarsi.
Alla luce dei comportamenti delle autorità, abbastanza incapaci di gestire le situazioni, e del più preoccupante stato dell'informazione in questo paese, in cui chiunque ormai si sente in diritto di esprimere le proprie opinioni anche se del tutto prive di senso, solo per avere i tre minuti di passaggio sullo schermo televisivo, è drammatico rendersi conto di come questo paese stia strappando ogni sorta di legame sociale che c'è alla base di una comunità.
Non è concepibile che si scatenino assalti alle caserme, e che quartieri interi siano ostaggio della violenza di bande organizzate che altro non aspettavano che l'accendersi di una miccia, così come non è pensabile che a seguito della morte di Giovanna Reggiani ci sia qualcuno che si organizzi in ronde e consumi la sua personale giustizia privata.
L'esigenza di ritrovare un senso dello stato non può più essere rimandata, continuare ad assistere inermi al baratto del bene comune per interessi di parte, soprattutto da parte di chi si candida invece al perseguimento degli interessi collettivi, siano questi politici, economici, sociali, continuerà a lacerare ancor di più quel tessuto sociale che ci tiene uniti.
Senza la prospettiva di un bene comune avremo la costante affermazione di un individualismo esasperato finalizzato al perseguimento di interessi privati, di gruppo, in cui tutto è lecito e tutto è consentito.
Chi ieri ha devastato, ha assaltato, ha distrutto, non rendeva omaggio alla morte di Gabriele Sandri. Chi si è reso protagonista delle scene di violenza ha semplicemente cavalcato l'onda emotiva per affermare la propria legge.
La speranza è che rispetto al drammatico fatto di cronaca consumatosi nell'autogrill in provincia di Arezzo le autorità abbiano il coraggio di fare piena luce, accertando le responsabilità e comportandosi di conseguenza; più in generale, la speranza è che si arresti il vortice di disgregazione sociale che si manifesta ormai quotidianamente.

venerdì 9 novembre 2007

Sicurezza: Economist, dure critiche a politici italiani nel mirino i governi Prodi e Berlusconi, Veltroni e Fini

Duro articolo dell'Economist contro
i politici italiani - di governo e di opposizione - sulla
risposta all'uccisione di Giovanna Reggiani.
''I leader politici italiani - inizia l'articolo - non sono
particolarmente stimati fuori (ma anche dentro) il loro paese.
La loro gestione della prima crisi generata dai rapporti
razziali ha mostrato perche'. Tra i primi aggettivi che vengono
in mente ci sono opportunisti, istrionici, irresponsabili e,
forse nella migliore delle ipotesi, insensibili''. Il
settimanale ricorda poi i fatti dell'omicidio Reggiani, ''un
crimine orrendo'', di cui il romeno Nicolae Mailat si dice
innocente: ''Ma niente di tutto questo ha avuto peso nel clamore
che e' seguito'', nota ricordando che gli immigrati romeni,
''molti dei quali rom, hanno senza dubbio portato problemi,
particolarmente a Roma''.
''Ma il motivo per il quale sono arrivati cosi' numerosi e'
che i politici italiani li hanno incoraggiati. L'ex governo di
centrodestra di Silvio Berlusconi tolse le restrizioni ai visti
per la Romania cinque anni prima che entrasse nell'Ue, a
gennaio. L'attuale governo di centrosinistra di Romano Prodi ha
scelto di non limitare l'ingresso dei lavoratori romeni dopo
l'ingresso. I romeni erano inizialmente popolari. Parlano una
lingua romanza. La maggior parte si integra facilmente''. Ma
questa politica, si nota, ''non e' stata seguita da passi per
offrire alloggio temporaneo per i nuovi arrivati. Parte della
colpa deve cadere sul sindaco di centrosinistra di Roma, Walter
Veltroni, che e' stato il primo responsabile di aver spinto il
governo nel panico dopo l'omicidio Reggiani''.
L'Economist attacca i decreti per le espulsioni: ''L'aspetto
piu' scioccante e' che il decreto prende di mira apertamente i
romeni. Nel preambolo si legge: 'la percentuale di reati
commessi da stranieri e' cresciuta, e quelli che commettono piu'
reati sono i romeni''. Ma, dice il giornale citando una
statistica della 'Stampa', questo e' vero in assoluto solo
perche' i romeni sono piu' numerosi, infatti la proporzione di
romeni denunciati o arrestati nel 2006 e' piu' bassa che nella
maggior parte dei gruppi di stranieri.
''Da allora, i rom sono stati oggetto di abusi al vetriolo.
Gianfranco Fini, il presumbilmente riformato leader degli ex
neofascisti li ha accusati di far prostituire le loro donne, di
approvare il rapimento di bambini e di credere che il furto sia
moralmente giustificato'', scrive l'Economist, affermando che
''Fini sembra pensare che l'oratoria dell'odio razziale
aumentera' le sue prospettive'' di diventare leader del
centrodestra.
E commentando la richiesta di aiuti europei fatta da Italia e
Romania per affrontare il problema delle migrazioni, conclude:
''Quando c'e' un problema, tira fuori la mano e chiedi i soldi.
E' la stessa accusa che molti fanno agli zingari''.

giovedì 8 novembre 2007

La Chiesa anche quando fa impresa non è uguale di fronte alla legge

Nonostante ci siano sempre più Hotel gestiti dalle suore (vedi la Stampa di oggi), e nonostante la lettera di richiamo dell'Unione europea in cui si richiede un chiarimento per quanto concerne i vantaggi di cui gode la Chiesa per quanto riguarda il pagamento dell'Ici su immobili utilizzati per attività commerciali, ieri il Senato della repubblica ha votato contro un emendamento presentato dai senatori socialisti Montalbano, Barbieri e Angius, che sanava questa situazione. L'emendamento dei socialisti, infatti, proponeva di reintrodurre il pagamento dell'ici per le confessioni religiose esclusivamente sugli immobili utilizzati per attività commerciali. Non si capisce infatti perché delle attività esplicitamente lucrative ma condotte da enti collegati direttamente a confesioni religiose debbano godere di una condizione di favore minando così il regime di concorrenza rispetto alle altre imprese.
Il fronte cattolico guidato da Udc e Pd ha comunque fermato l'approvazione di questa norma. Quello che ha dell'incredibile però è stata l'astensione della sinistra cosiddetta radicale ossia Rifondazione comunista, il gruppo Verdi - Comunisti italiani e Sinistra Democratica.
Il Governo e il Parlamento comunque dovranno rispondere prima o poi alla richiesta di chiarimento dell'Unione Europea. E staremo a vedere.

martedì 6 novembre 2007

Curiosità: Giovane poliglotta tedesco, parla 35 lingue e non gli basta

Sebastian Heine, 22 anni, studente universitario di Bonn, riesce a parlare perfettamente gia' 35 lingue e non sembra soddisfatto del risultato
raggiunto. "Non mi considero un genio", ha detto il giovane studente, "poiche' nel mio caso si tratta solo di applicazione.
Ogni giorno imparo nuovi vocaboli e faccio sempre esercizi di grammatica". La passione per le lingue straniere gli e' venuta all'eta' di 15 anni, quando frequentava il liceo nella cittadina di Frankenberg, nell'Assia. Leggendo Omero in lingua originale il giovane si accorse delle similitudini tra il greco
e il sanscrito, lingua che ha iniziato immediatamente a imparare. Da allora ha proseguito aggiungendone tre o quattro di nuove ogni anno. La lista degli
idiomi parlati da Sebastian Heine spazia dall'aramaico all'uzbeko, anche se la lingua che ama di piu' e' il pashto, parlato dalle tribu' pashtun dell'Afghanistan. All'universita' il giovane poliglotta si sta laureando in indo-germanistica e celtologia, ma gia' l'anno prossimo intende iscriversi a Londra
alla famosa "School of Oriental and African Studies".

LEVATEJE ER VINO...



Dal sito del corriere della sera: MOSCA - La mummia di Lenin «potremmo portarla a Roma» se, nella Russia postsovietica di Vladimir Putin, il Cremlino decidesse di rimuoverla. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, lancia la sua provocazione mentre passeggia sulla piazza Rossa, dopo aver depositato tre garofani al mausoleo che conserva intatta la salma di Vladimir Ilyich Ulyanov. Un po’ infreddolito dal vento gelido di Mosca, ma soddisfatto ospite di Gennady Ziuganov, leader del partito Comunista russo.
Ogni commento è veramente superfluo...

L'ultimo saluto a Enzo Biagi


Un ultimo saluto da Rigenerazione a Enzo Biagi, morto questa mattina.
Con lui si spegne una delle menti più libere e coerenti che il nostro paese abbia mai avuto.
Resterà per sempre il suo esempio di grande giornalista e commentatore dei fatti italiani.

VINCE SOLO CHI E' CONVINTO DI POTERLO FARE!

Questa mattina ho incontrato due amici, Francesco S. ed Ermanno B. Come al solito s'è parlato un po' di tutto: vita, politica, speranze condivise e quelle tradite.
Ogni volta negli ultimi anni abbiamo spesso condiviso esperienze in cui alla fine siamo rimasti un po' scottati, delusi.
Vorrei salutarli con la frase di Virgilio del titolo...ragazzi la partita è appena iniziata!
P.

Ciao Barone!


Dopo i veleni e i processi, un evento luttuoso ci riporta indietro ad un calcio fatto di passione e poco altro, dove i calciatori erano ricordati per le imprese compiute in campo e non per le sventole di turno con cui avevano una relazione. Non c'era sky, non c'erano commistioni tra faccendieri e le società sportive...era solo il rettangolo verde e la voglia di giocare a pallone...ciao Barone!

lunedì 5 novembre 2007

Addio "Barone"

CALCIO: E' MORTO "IL BARONE"
L'ex calciatore e allenatore Nils Liedholm, 85 anni, si e' spento a Cuccaro
(Alessandria), dove viveva e aveva una tenuta agricola.
Tra i primi e piu' noti stranieri a giocare in Italia nel dopoguerra,
faceva parte, con Gren e Nordahl, nel Milan del famoso trio Gre-No-Li.
Un saluto affettuoso da Rigenerazione a tutti i tifosi giallorossi, particolarmente affezionati al Barone, allenatore della Roma vincitrice del campionato di calcio di serie A del 1982-83.

Sicurezza e sensazionalismo

La sicurezza è un bene di tutti ed è il primo diritto che un cittadino deve esigere dallo Stato di cui fa parte. Le città sono effettivamente percepite come insicure e tali sono come dimostrano i dati sull'aumento del numero di scippi, furti nelle ville, e rapine a negozi e banche forniti da un'indagine del sole24ore pubblicata oggi. Ad esempio nelle province di Lombardia e Emilia Romagna prevalgono i furti nelle ville, mentre nelle grandi città del centro nord sono i borseggi a primeggiare. E ancora, le città con il più alto numero di omicidi e rapine sono quelle del Sud. Un quadro insomma che rispecchia le aspettative e le conoscenze delle caratteristiche nostrane.
Tuttavia, attorno all'emergenza sicurezza, divampata dopo l'omicidio della signora Giovanna Reggiani, c'è qualcosa di strano. Ci hanno segnalato ad esempio che due importanti quotidiani nazionali hanno diffuso copie omaggio in molti condomini della capitale subito dopo l'omicidio in questione. Chi ci ha raccontato questo episodio ha sottolineato come ciò non fosse mai accaduto prima. Perché dunque questo atto promozionale? Non vogliamo pensare male e credere che soltanto per aumentare il numero di copie da vendere si è soffiato sul fuoco dell'emotività contribuendo a creare così un clima di odio e paura di cui veramente non si sentiva il bisogno. Ci affianchiamo a tutti quei rumeni onesti che lavorano nel nostro paese e che danno un contributo importante alle nostre comunità. Ci auguriamo quindi che le misure sulla sicurezza che il governo ha preso e che il parlamento ratificherà presto saranno dettate dal buonsenso e dalla conoscenza delle problematiche esistenti e non dall'emotività e dalla voglia di cavalcare un onda magari per migliorare nei prossimi sondaggi. La sicurezza è un tema che merita più attenzione e meno polemiche perché è tesoro soprattutto dei più deboli, di coloro che vivono nelle nostre periferie e di quei cittadini comunitari ed extracomunitari che sono venuti per lavorare e vivere in pace nel nostro paese.