giovedì 21 febbraio 2008

Perry Mason tra noi

La nemesi ha colpito: dopo averci bombardato di telefilm polizieschi per anni, Berlusconi ha finito per credere a quello che le sue televisioni trasmettono. Così ecco venir fuori la trovata delle giurie popolari – ben 9 giurati – per tutti i processi per reati con pene superiori ai 5 anni.
Tutto per accelerare i processi e assicurare la parità tra accusa e difesa. Tesi suggestive, ma non troppo fondate.
La velocità dei processi dipende dalle risorse umane e materiali di cui nessun governo si è mai troppo preoccupato (per inciso neanche l’ultimo, che tra i suoi primi provvedimenti ha tagliato 50 milioni dal bilancio disastrato della Giustizia per riversarli nel Fondo Unico per lo Spettacolo e già questo è emblematico di molte cose) e da norme processuali un po’ meno contorte, non certo dall’uso delle giurie popolari, già previste dal codice per i reati più gravi che arrecano il maggior vulnus alla convivenza civile e pretendono un alto valore simbolico del giudizio.
Tra l’altro ipotizzare che qualche centinaio di migliaia di cittadini sia disponibile a tempo pieno per periodi indefiniti rientra più nell’ambito della fantascienza che in quello del legal thriller.
Non tiene nemmeno la tesi della maggior garanzia di parità tra accusa e difesa, a meno di non sostenere che il giudice è sempre parziale e deve essere bilanciato dai giurati popolari.
Guarda caso torniamo sempre alla magnifica ossessione berlusconiana, perché è proprio questo il messaggio: magistrati parziali e inaffidabili e soprattutto inutili, perché possono essere sostituiti da chiunque.
Aspettiamo reazioni degli altri contendenti alle elezioni e non dal solo Di Pietro, tanto più che è già stato chiarito che qualsiasi cosa dica, le decisioni e le scelte sono prese altrove…

[M]

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