E così anche la sinistra della coalizione ha portato a casa il risultato: 1 milione di partecipanti alla manifestazione di sabato 20 ottobre. Un corteo nato per contrastare l'accordo del 23 luglio tra governo e sindacati da un appello lanciato dai quotidiani Liberazione, il Manifesto e Carta assieme a un gruppo di intellettuali ed ex dirigenti della sinistra italiana come Ingrao e Tortorella. Quell'accordo poi, è giusto ricordarlo, portò alla firma di quel protocollo su welfare e pensioni a cui 4 milioni di lavoratori hanno dato il proprio assenso. La manifestazione quindi si è trasformata in "Sinistra day" per tentare comunque di battere un colpo rispetto ai 3.500.000 partecipanti alle primarie per il Pd. E il colpo è stato battuto. Una grande manifestazione pacifica dove agli operai metalmeccanici della Fiom si alternavano, e sempre in numero crescente rispetto alle manifestazioni precedenti, lavoratori dei call center, interinali e immigrati. "E' la società che cambia" dirà il ministro Ferrero, giustamente assente dalla manifestazione viste le sue responsabilità di governo, allo speciale de La7. Un milione di persone sono tante di questi tempi, oppure come dice Mannheimer cresce la voglia di esserci, di voler dire la propria anche se non ci si riconosce nei partiti direttamente coinvolti nell'organizzazione di quell'evento. E' successo per le primarie ed è successo per questa manifestazione. Alle primarie hanno probabilmente partecipato persone che pur non riconoscendosi in questo Pd si riconoscevano nell'idea di una maggiore semplificazione del panorama politico. Una parte di manifestanti di sabato probabilmente era lì, pur non riconoscendosi nelle bandiere che sventolavano (Prc e Pdci per la stragrande maggioranza), perché riteneva giusto indignarsi per dei salari e dei redditi che fanno ridere rispetto al costo della vita e perché con dei contratti così precari non è possibile programmare un futuro.
Ma se vogliamo cominciare a riflettere su quale potrà essere lo sbocco politico di questa manifestazione, il quadro si fa un po' più fosco, o se vogliamo meno chiaro. Sì perché se della sinistra della coalizione fanno parte i Verdi, la Sinistra Democratica, Partito dei Comunisti Italiani e Rifondazione comunista, alla manifestazione di sabato non ha aderito il movimento fondato da Mussi e Salvi mentre i Verdi di Pecoraio & co. hanno deciso di non sfilare nel corteo ma soltanto di distribuire volantini a Piazza San Giovanni contro il nucleare. Ecco. Quindi, o dopo questa grande giornata di partecipazione i dirigenti di questa area del centro sinistra si danno una mossa e fondano un partito unitario in grado di dare una sola voce a chi ha sfilato sabato per le vie di Roma oppure non se ne farà nulla, tutt'al più, in extremis i due partiti con la falce e martello potrebbero (anche se sarebbe durissima) alla fine tornare insieme. Ma per cambiare davvero servirebbe dell'atro. In sostanza o i neocomunisti di diversa provenienza fanno a loro volta una svolta, scusate la cacofonia, e con il contributo di Verdi e Sd rifondano l'area della sinistra, magari anche con il contributo dei socialisti, e quindi entrando a pieno titolo nel Pse; allora diverrebbe possibile concorrere nella lotta per l'egemonia nel centro sinistra e nel paese.
Se invece quest'area vorrà rappresentare solo l'elenco degli arrabbiati di turno, senza mettere in discussione nulla di ciò che è stata fino ad ora, degli obiettivi che ha raggiunto e di quelli che invece ha fallito, può continuare tranquillamente così tra una manifestazione che fallisce ed una che le riesce benissimo.
lunedì 22 ottobre 2007
Il 20 ottobre della sinistra: e mo'?
Pubblicato da Comitato RiGenerazione alle 12:01
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1 commento:
vi segnalo quest'articolo, sicuramente esilarante per chi vive fuori da questo paese...
http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/the_web/article2732802.ece
buon lavoro
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