Di fronte al caso Mastella le reazioni sono state di critica alla magistratura accusata di interessi inconfessabili, invasione di campo, persino – ridicolmente – di colpo di stato.
Le dimissioni dalla carica di Ministro della Giustizia sono state considerate una sorta di atto di eroismo e persino rifiutate in prima battuta. Qualcuno si è chiesto quanto questi atteggiamenti siano dannosi per la convivenza e la coesione civile, a tutti i livelli?
Chi è chiamato al governo della cosa pubblica ritiene evidentemente di avere maggiori diritti, ma in realtà ha solo enormi responsabilità, la prima delle quali riguarda il delicatissimo vincolo di fiducia tra istituzioni e cittadini.
Quel vincolo senza il quale non esiste né Stato né comunità, che va mantenuto e preservato con ogni cura. Contrariamente a quanto troppi credono, la res publica non è una res nullius, una cosa di nessuno, suscettibile di appropriazione e stupro da chi arrivi a detenerne il controllo, ma è cosa di tutti, da trattare con rispetto.
Per questo quelle dimissioni (e altre che persino di fronte alle condanne stentano ad arrivare!) sono atti necessari se si ha il senso dello Stato, atti da accettare senza esitazioni, nemmeno se dettate da ragioni di convenienza politica. Nessuna istituzione può chiamarsi fuori dalla responsabilità del vincolo fiduciario che è l’essenza della democrazia. Ognuno, nel ruolo che gli è proprio, ha quest’obbligo che impone rigore, professionalità e attenzione.
Vale certo anche per i magistrati, ma sarebbe ora che la classe politica per prima se ne facesse una ragione!
[Milena]
4 commenti:
Credo che qualcuno abbia dimenticato l'insegnamento di Montesquieu de L'Esprit des lois secondo il quale "pour qu’on ne puisse abuser du pouvoir, il faut, que, par la disposition des choses, le pouvoir arrête le pouvoir", tacciando così di indebita ingerenza ciò che invece è sinonimo di garanzia della democrazia stessa. La pericolosità intrinseca della gestione da parte degli uomini dei poteri dello stato, vale a dire quello legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario, richiede quindi un intreccio di "arrêtes" imprescindibile. Il caso Mastella, come molti altri casi meno noti, ma non meno rilevanti, di politici incriminati e arroganti, rappresenta una falla di un sistema già malato e che continua ad accumulare malattie. E' indubbiamente vero che la magistratura talvolta non fa il suo corso con chi dovrebbe e prende a bersaglio determinati personaggi, pur discutibili, ma immolati comunque quali unici responsabil sull'altare di una democrazia a cui si contina ingenuamente a credere. E se è vero che la classe politica appare da più parti corrotta, delegittimare la magistratura è un errore strutturale imperdonabile. Il problema, e qui torniamo al punto dolente, è che i cittadini continuano ad assistere a queste scaramucce senza alcun attivismo ma ascoltando apaticamente il bombardamento mediatico in argomento. Manca un timoniere che consenta di guidare la barca fuori dalla tempesta. Ciao, Tonino
Hai perfettamente ragione!La nostra classe politica ormai trasecola arroganza da ogni parte.Tuttavia,i magistrati nel nostro paese non sono da meno.Sono ben 15 anni che detengono il pallino del gioco in mano,che notificano avvisi di garanzia od ordinanze ad orologeria.Quanti hanno assistito alla puntata di Ballarò di ieri sera hanno potuto constatare con i loro occhi la supponenza e l'arroganza di un'altra casta (quella dei magistrati) perfettamente rappresentata dal "compagno" D'Avigo (oggi magistrato di Corte di Cassazione).
La res publica avrebbe bisogno di una classe politica più capace di risolvere i problemi veri del paese(lavoro,salari,casa,sanità..."monnezza"),così come avrebbe bisogno di una magistratura in grado innanzitutto di amministrare la gistizia e non di fare politica.
La rigenerazione della nostra res publica passa per una riforma strutturale e sostanziale di tutti i poteri dello Stato.
MD
Credo sia necessario partire proprio dal post di MD: è ormai d'obbligo sanare i conflitti tra poteri che ormai condizionano ogni azione. Accanto al conflitto tra potere politico e potere giudiziario ce n'è uno altrettanto pericoloso che riguarda il potere legislativo e quello esecutivo. Le assemblee elettive da tempo in questo paese hanno perso quasi del tutto la loro funzione.
[P]
Credo che la visibilità della magistratura sia ampia quando il potere politico perde ogni tipo di credibilità e non riesce più ad incidere ed a ricomporre i conflitti sociali in atto ormai da quindici anni almeno nel nostro Paese. Quando è chiaro che l'interesse collettivo sia sussidiario rispetto alla stagnante difesa di posizioni di privilegio del tutto di parte l'equilibrio tra i poteri viene meno. Ricomporre i conflitti per una rigenerazione vera della politica e dei partiti. E'da qui che bisognerebbe ripartire.
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