martedì 15 aprile 2008

In morte della Repubblica

Scrivere a caldo serve a sfogarsi e il linguaggio può essere aspro, eccessivo, persino melodrammatico, ma la sostanza resta.

E la sostanza è che il Parlamento italiano uscito ieri dalle urne è un Parlamento composto esclusivamente da forze di destra e reazionarie: in questo Paese non lo si vedeva dal 1924 e non è un precedente felice.

Milioni di cittadini, grazie ad una legge elettorale su cui la Corte Costituzionale ha adombrato sospetti di illegittimità e che certo contravviene allo spirito (e alla lettera) della Carta (ma tra poco la Costituzione sarà un problema superato in perfetto spirito di condivisione), sono privi di voce, non rappresentati, senza strumenti effettivi se non la piazza per far valere le proprie opinioni, istanze, bisogni.

La responsabilità di tutto questo è di chi ha impedito la modifica alla legge elettorale brandendo il Vassallum, distrutto la coalizione di centrosinistra al grido “io ballo da solo” e provocato così la caduta del Governo, tutto non per la vittoria, ma per un miserabile incremento del 2%. Ha un nome e un cognome: Walter Veltroni.

Ad un Parlamento composto da nominati per fedeltà ai padroni dei partiti, di incompetenti yesmen/yeswomen, da colaninnoli, mariannine, mare coscialunga, ciarrapichi in camicia nera, non si può riconoscere alcuna legittimità, né formale, né politica, né morale.

Questo Parlamento non ci rappresenta.
Questo Parlamento non può mettere le mani sulla Costituzione.

La battaglia è appena cominciata.

[M]

1 commento:

Cybl ha detto...

quello che mi dà fastidio è la mancata percezione di molti potenziali interlocutori nei confronti di questa riflessione. non saranno certo fascisti, ma ventre molle da mungere per chi tira i fili, sì....
b